Meglio affidarsi a un’agenzia o a una coop
Meno rischi di brutte sorprese. Ma tante famiglie preferiscono il lavoro nero e vanno incontro a guai

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A chi è già capitato di trovare una colf o una badante per un proprio caro, sa bene come sia prioritario avere la sicurezza di reperire una persona fidata, alla quale affidare il proprio familiare senza alcuna preoccupazione. Le possibilità sono diverse: assumere direttamente una badante (facendosi carico di tutto l’iter burocratico), oppure rivolgersi a società come agenzie di badanti o cooperative sociali. I Comuni al momento non offrono questo tipo di servizio. Non c’è un albo delle badanti, ma vengono offerti servizi come il pasto a domicilio, l’assistenza domestica e, al massimo, il ricovero in una struttura residenziale che, in base all’Isee dell’anziano, viene pagata parzialmente o totalmente. Dunque o ci si rivolge ad agenzie e cooperative, o ci si arrangia con il passaparola. E quest’ultimo caso, purtroppo, comprende quella che resta una piaga per la nostra società: il lavoro in nero. Tante famiglie oggi continuano a optare per questa soluzione, tanto più economica quanto più rischiosa. «Il lavoro in nero nel nostro settore è ancora molto presente. Fino a un paio di anni fa, il Comune dava un contributo di 150 euro mensili alle famiglie che necessitavano di una badante, adesso non più», spiega Nico Nicastro, socio fondatore dell’agenzia interinale “Adele Family Worker” in piazzale Cuoco, che conta più di 300 badanti in tutto il nord Italia. «È fondamentale garantire un servizio sicuro ed efficiente. Noi reclutiamo le badanti nel loro paese d’origine tramite il contatto con le agenzie del posto. Qui viene controllato tutto della persona, compreso il casellario giudiziario. Se risulta idonea, si passa a un colloquio per valutarne l’esperienza, e in caso non fosse sufficiente, facciamo dei corsi di formazione». Quando poi la badante inizia a lavorare, l’agenzia continua a mantenere i contatti con lei e con la famiglia datrice di lavoro. Tutto questo iter vuol dire sicurezza: «Non abbiamo mai avuto problemi. Rimane centrale nel settore delle badanti, il problema di alcune coop che fanno lavorare come badanti loro dipendenti, offrendo meno garanzie. L’ispettorato al lavoro spesso intercetta queste coop e le fa chiudere». Questo non vale per tutte le cooperative, molte lavorano con serietà. La coop “La mia badante” in via delle Cave, opera da tre anni: «Reclutiamo le badanti sulla base dell’esperienza e di colloqui. Al momento ne abbiamo una trentina. Se non soddisfano i requisiti minimi, non le facciamo lavorare», sottolinea Luisa De Sieno, della cooperativa.
Alice Ferretti
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