Partita interrotta per razzismo, la squadra del Merlara: «Più sensibilità da parte degli arbitri»

La squadra ha lasciato il campo per protesta: «Gli epiteti andavano puniti». Il giocatore colpito: «Nessun provvedimento verso chi ha davvero colpe»

Pietro Cesaro
La formazione del Merlara che ha abbandonato il campo
La formazione del Merlara che ha abbandonato il campo

Caso Badia Polesine-Merlara: c’è amarezza da parte della società padovana dopo la sentenza della giustizia sportiva. La decisione del giudice federale di assegnare la sconfitta a tavolino a entrambe le squadre dopo gli episodi di razzismo avvenuti nella gara di domenica scorsa, 9 marzo, continua a far discutere.

Ascoltando le ultime dichiarazioni dei protagonisti, viene messo in discussione, pur senza grande verve polemica, il sistema arbitrale e la gestione della giustizia sportiva.

«Mi hanno fatto il verso della scimmia». Giocatore insultato, la sua squadra abbandona il campo
La formazione del Merlara, che domenica 9 marzo ha abbandonato il campo per protesta

Enrico Montagna, dirigente del Merlara squalificato fino al 23 marzo, ha espresso il proprio disappunto, pur accettando la decisione: «Dobbiamo aiutarci tra società, perché il calcio è passione, rispetto e condivisione. Le persone che mandano avanti questo sport meritano un contesto sereno. Purtroppo oggi ci troviamo spesso di fronte a situazioni che fanno perdere l’amore per il calcio. Le istituzioni e gli organi competenti dovrebbero riflettere su questo: se le società si stancano, il sistema rischia di crollare».

Montagna ha anche criticato la mancanza di dialogo tra l’Aia e la Figc, l’associazione degli arbitri e la federazione calcistica, sottolineando come l’arbitro della gara (Giuliano Kumbulla di Verona) non abbia colto la gravità della situazione: «Un direttore di gara con esperienza dovrebbe avere sensibilità su certi episodi. Il nostro giocatore gli aveva segnalato gli insulti già nel primo tempo, ma non è intervenuto. In compenso, ha mostrato grande decisione nel sanzionare la nostra panchina: era a 40 metri quando ha espulso un nostro tesserato per un gesto di stizza, mentre a pochi passi non ha sentito cori razzisti».

La gara, valida per la venticinquesima giornata del girone D di Prima Categoria, è stata interrotta al 37’ del secondo tempo, sul punteggio di 1-0 a favore del Badia Polesine, dopo che la squadra ospite ha deciso di abbandonare il campo in seguito a insulti razzisti rivolti ai propri giocatori.

Da parte di Montagna non sono mancante le parole anche riguardo la propria squalifica (inibizione fino al 23 marzo): «In passato a volte ho avuto atteggiamenti sopra le righe, ma domenica sono rimasto 75 minuti in panchina senza dire una parola. L’unica cosa che ho fatto è stato ritirare la squadra dopo aver consegnato un documento ufficiale».

Montagna ha infine rivolto un appello alle società: «Il calcio deve tornare a essere un luogo di divertimento, non di offese e litigi. Le decisioni devono essere più razionali, tenendo conto della realtà del campo e del valore delle società che tengono in piedi il sistema».

Il principale bersaglio degli insulti razzisti di domenica scorsa, Ayoub Sabri, attaccante 25enne del Merlara, ha commentato con amarezza la sentenza: «Dare zero punti a due squadre che lottano per la salvezza non ha senso. Mi sembra si voglia solo insabbiare la questione, servono decisioni più ragionate». Il giocatore marocchino ha inoltre sottolineato: «Sanno tutti chi ha offeso, nome e cognome, ma non sono stati presi provvedimenti».

Una dichiarazione che alimenta i dubbi su quali criteri siano stati adottati per arrivare alla sentenza.

Se da parte del Merlara le posizioni sono chiare, la società del Badia Polesine non ha voluto commentare apertamente la sentenza. L’unica dichiarazione rilasciata riguarda un possibile comunicato ufficiale, atteso per la giornata di oggi: «Stiamo valutando cosa fare, nel comunicato ci sarà scritto tutto».

Una vicenda che, invece di placarsi, sembra destinata a suscitare ulteriori polemiche. Resta da capire se la decisione del giudice sportivo rimarrà definitiva o se emergeranno nuovi elementi che potrebbero portare a riprendere in mano la questione attraverso eventuali ricorsi.

Riproduzione riservata © Il Mattino di Padova