Messa per chi ha perso un figlio

«O Signore, per l’intercessione di sant’Antonio, che ti ha stretto bambino tra le braccia, accogli il nostro dolore e trasformalo in crescita. Accogli le nostre lacrime e trasformale in preghiera. Accogli le nostre amarezze e trasformale in pace del cuore». Inizia così la preghiera “Tuo figlio vive”, che ha dato il nome, ieri, alla messa solenne al Santo per quanti hanno subìto la morte di un figlio.
Il grande dolore dei genitori, un trauma che segna per tutta la vita, trasformato in un momento di preghiera. È la seconda edizione per un messaggio forte, nell’ottava domenica di Pasqua e nella giornata della Divina Misericordia, un messaggio legato alla Risurrezione e alla benevolenza del conforto quello lanciato dall’altare del Santo.
«Perdere un figlio è una faticosa tragedia» ha detto padre Oliviero Svanera, «la fede va oltre la morte, oltre il peccato, oltre il buio umano. Quando una persona muore, scompare. Muore la relazione, muoiono le carezze, e nessuno ci toglie le emozioni di sconforto che abbiamo nel cuore. La natura vuole che il figlio seppellisca il genitore. Di fronte alla morte ci chiediamo se tutto scompare: veniamo dal nulla e al nulla torniamo? Spirare nel fiore degli anni fa vedere il Signore come un inganno. Chiudiamo le porte del cuore e del pensiero, rischiamo la depressione».
Il rettore ha parlato ieri mattina in una basilica gremita, soprattutto di famiglie, mamme e papà ma anche giovani, fratelli e sorelle che piangono il lutto di un loro congiunto o amico.
«Nelle ferite di Gesù c’è tutto l’amore di Dio per gli uomini. Non c’è lo sconforto nell’orto degli ulivi. Non c’è l’abbandono che pure Gesù ha provato. Gesù non si scandalizza delle nostre incredulità, ci tende sempre la mano perché l’amore non muore» ha detto ancora padre Svanera, «e non muore nemmeno l’amore per il figlio che non c’è più. L’amore della comunità cristiana è più forte di una presenza fisica. Dunque abbiamo bisogno di trovarci qui ogni domenica per dire che l’amore non muore e invoca a credere: beati quelli che credono e continuano a radunarsi nel suo nome per millenni, malgrado le titubanze, le prove, pur senza aver mai visto».
Alla messa celebrata al Santo hanno partecipato anche numerose associazioni che supportano le famiglie colpite dalla morte prematura di un figlio, che sia stata la tragedia dell’incidente stradale, il dramma della malattia o l’imponderabilità del suicidio a strappare un bambino o un ragazzo alla vita. Tra i presenti c’erano l’associazione italiana familiari e vittime della strada, la Comunità figli in cielo, l’associazione Piccoli angeli, l’associazione Genitori sempre, l’associazione Gruppo eventi, l’associazione Ciao Lapo, la De Leo Fund Onlus, L’Isola che c’è, associazione Hospice Pediatrico Padova onlus.
Elvira Scigliano
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