MICROSTORIE / Osvaldo, il pappagallo di quartiere

È un parrocchetto, stanziale da due anni, solo, divide zona e cibo con i piccioni

PADOVA. Non che sia una rarità, di parrocchetti liberi e ben ambientati nelle città ce ne sono tanti, ma lui è un tipo proprio simpatico. Da tempo si è accasato nel quartiere di Sant'Osvaldo, dove gli abitanti più attenti e gentili lo conoscono, lo osservano, gli portano da mangiare. Insomma, gli vogliono bene. Come il signor Umberto Borgonovo, che ha immortalato il pappagallo e ne ha spedito le foto al mattino, raccontando di quel coloratissimo pennuto stanziale ormai da due anni, che quando gli metti a terra qualcosa da mangiare arriva come un razzo e non passa inosservato per via della potente e un tantino sgraziata voce oltre che per la livrea sgargiante di turchesi, verdi e rosa.

Colori tipicamente extracomunitari, un inno tropicale in mezzo al grigio, veneto tubare dei piccioni con i quali peraltro il nostro Osvaldo passeggia per il quartiere becchettando granaglia e briciole. Trattasi, quasi certamente, di un parrocchetto Alessandrino, Psittacula eupatria per essere precisi, in origine proveniente da Sri Lanka e India. Come sia arrivato a Sant'Osvaldo non è dato sapere, probabilmente come tutti gli altri suoi colleghi, scappati da gabbiette d'appartamento o liberati, che tanto in qualche modo si arrangeranno, saluti e auguri. Si arrangiano i pappagallini, su questo non ci piove, intelligenti come sono e adattabili. D'inverno, che non sarebbe propriamente la loro stagione favorita, i parrocchetti sono specialisti nel trovare rifugio in anfratti vicino alle soffitte, in sottotetti o qualsivoglia posticino riscaldato. Poi, quando arriva il sole, si danno una mossa. Sono bestiole che vivono in gruppo e, trovando diciamo la materia prima, si accoppiano e si riproducono facilmente. Come è successo a Saonara dove, su un albero, ce n'è una colonia intera. Non si tratta di una specie "infestante" e non danneggia habitat di altri animali endemici.

Quanto al parrocchetto Osvaldo, per niente invadente ma prudente, divide lo spazio con i piccioni ma a distanza di sicurezza; se qualche umano si avvicina, è il primo ad allontanarsi, non tanto ma quanto basta ad evitare guai. Apprezza oltremodo granini e pezzetti di frutta e il cibo non gli manca. Se poi arrivasse anche un’Osvalda, sarebbe l’happy end.

Alberta Pierobon

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