Migliaia per l’ultimo saluto ad Abbado

BOLOGNA. La camera ardente di Claudio Abbado è un luogo di raccoglimento e di ricordo, ma è anche un luogo di musica. Per l’ultimo inchino al grande maestro in tanti, a Bologna, si sono messi in fila. Il primo è stato Giorgio Napolitano, il capo di uno Stato che piange uno dei suoi figli più illustri, il presidente della Repubblica che l’ha voluto senatore a vita, l’ammiratore del suo genio musicale, l’amico che apprezzava innanzitutto il suo impegno civile.
Bologna, la città che lo aveva adottato, ha messo a disposizione uno dei suoi palchi più belli, quella piazza Santo Stefano dove il direttore viveva, nella basilica di Santo Stefano. Attorno al feretro cinque vasi di girasole e una sola corona, quella della Presidenza della Repubblica. La richiesta dei familiari è stata di usare i soldi dei fiori per donazioni all’ematologia pediatrica del Sant’Orsola e all’opera di don Giovanni Nicolini, prete bolognese che lavora per il recupero dei carcerati. I musicisti eseguonoBruckner, Schubert, Mozart. Intorno, l’omaggio della gente e quella di rappresentanti delle istituzioni e della cultura. La camera ardente sarà aperta fino alla mezzanotte di oggi; i funerali, in forma strettamente privata.
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