«Mio figlio è malato di Adhd ma l’Inps ci ha tolto la pensione»

Marta (nome di fantasia) è la mamma di un bambino di 12 anni, Luca. Un bambino a cui a 5 anni è stata diagnosticata la Adhd, disturbo da deficit di attenzione e iperattività. Un bambino che a scuola ha sempre avuto bisogno di un insegnante di sostegno, che nel pomeriggio oltre ad andare all’allenamento di calcio va anche dal logopedista e dallo psicologo. Un bambino che da subito è stato dichiarato invalido civile ma a cui oggi, improvvisamente, viene tolto non solo il sostegno scolastico ma anche quello economico dell’Inps. «Mio figlio di punto in bianco sembra essere guarito», racconta arrabbiata Marta, che con il figlio vive a Pianiga «magari fosse così».

Fin dall’asilo, quando ha iniziato a manifestare evidenti problemi a livello scolastico e comportamentale, a Luca è stato assegnato un sostegno: «Nel 2013 abbiamo iniziato a fare periodiche valutazioni in centri specializzati e finora ci avevano sempre riconosciuto oltre al sostegno un’indennità di frequenze e la legge 104 comma 1 prima e 104 comma 3 tre anni fa quando ho fatto ricorso all’Inps per la gravità».

Dunque tutto procedeva, Luca andava a scuola con il supporto di un insegnante, la mamma per portarlo a fare le terapie poteva godere di permessi speciali al lavoro e l’Inps passava 290 euro al mese utili a sostenere le spese. «Il primo problema si è presentato quando Luca ha iniziato la scuola media. Nel 2019 siamo infatti andati a fare una delle solite visite periodiche alla Nostra Famiglia di Padova dove hanno declassato le sue problematiche a “difficoltà scolastiche” e gli hanno quindi tolto il sostegno». Una difficoltà non indifferente per il bambino ma anche per i docenti. «Non è gestibile in classe, tanto che gli insegnanti stessi hanno scritto una relazione che ho mandato all’Usl dove si chiede l’insegnate di sostegno. Purtroppo per l’apertura della pratica e la valutazione del caso ci vorranno diversi mesi, quindi da questo punto di vista rimaniamo in attesa».

Ma non è finita qui. La vera doccia fredda arriva l’11 gennaio di quest’anno, quando durante una visita di revisione, l’Inps di Mestre toglie qualsiasi tipo di sostegno alla famiglia. «Durante queste revisioni il bambino viene sottoposto a una serie di domande. La valutazione da parte della commissione medica viene data in base a quante risposte riesce a dare. In questo caso la commissione nel verbale sostiene che mio figlio sia riuscito a eseguire una divisione, cosa assolutamente non vera, poiché non è in grado di farlo. Io ero presente e credo che questa sia una cosa gravissima», continua preoccupata Marta. «Ora mi ritrovo a non poter usufruire dei permessi per uscire dal lavoro e portare mio figlio a fare terapia, non abbiamo più l’indennità che ci permetteva almeno di pagare in parte le cure, circa 4 mila euro l’anno. Io mi sono già rivolta a un avvocato ma ci sono molte altre famiglie che incappano in queste situazioni. La gente non ha la minima idea della fatica, dell’impegno psicologico e finanziario e dei sacrifici per aiutare questi bambini a diventare grandi e ad affrontare tutte le difficoltà scolastiche, emotive e della vita». —

Alice Ferretti

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