Mollificio Rizzato cresce tra artigianato e digitale
L’azienda padovana realizza molle di tutti i tipi anche di design e per l’alta moda Ricavi in salita del 28% e partnership con la giapponese Itaya per fabbrica 4.0

PADOVA. La tradizione della meccanica artigianale padovana guarda a internet e alla fabbrica 4.0. Se ancora sono troppe le realtà che faticano a capire come funzioni l’uno e cosa sia veramente l’altra, alcune eccellenze vengono a riscatto di una situazione spesso arretrata. È il caso del Mollificio Rizzato, sede in zona industriale, cresciuto nel 2016 di quasi il 28% (dopo un +14% del 2015) raggiungendo il fatturato di 1,3 milioni di euro grazie al lavoro di una squadra di 9 dipendenti.
Un caso in cui la tipica impresa artigiana a conduzione familiare, apre le porte a una trasformazione che la vede diventare azienda test per i prototipi della Fabbrica 4.0 di produttori di software e macchinari puntando alla visibilità web e portando a casa, da quel canale, circa un terzo dei suoi nuovi clienti. Un punto di riferimento della produzione per gli elettrodomestici, per l’occhialeria e per la meccanica ma pure per la moda, per il design dell’illuminazione e perfino per l’arte. «Dopo il 2009 abbiamo capito che era ora di cambiare radicalmente mentalità» spiega Paolo Rizzato, figlio del fondatore Mario. «Avevamo la forza finanziaria per fare investimenti mirati puntando alla qualità, alla flessibilità e alla velocità di produzione intercettando non solo i clienti classici del settore della meccanica contoterzista (con cui collaboriamo per fiere di settore e progetti condivisi) ma pure le produzioni limitate del design e dell’alta moda che cercano da noi alta qualità progettuale. Fin dal principio di questo nuovo corso abbiamo cercato una delle migliori aziende produttrici di macchinari e abbiamo iniziato a lavorare con la giapponese Itaya che da subito ci ha proposto provare sulle linee le proprie novità di automazione, lo stesso per i software. Ci avvaliamo dell’italiana Microstudio anche perché è un’azienda che spinge sulle novità e che ci ha chiesto prima di testare e poi di adottare software innovativi e alcune soluzioni per il controllo qualità interamente automatizzate». Ma il digitale è stato per Rizzato, nipote di quel Cesare che aveva fondato nel 1907 una delle prime industrie della bicicletta del padovano (Atala), un elemento di successo anche nel marketing.
«Abbiamo scelto di investire in un portale ben fatto e funzionale solo 3 anni fa, spedendo in visibilità con attenzione ma senza lesinare» conclude o Rizzato. «Ora un terzo dei nostri nuovi clienti vengono dal web e puntiamo a crescere ancora, sopratutto all’estero, nei prossimi anni».
Riccardo Sandre
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