«Momento di sofferenza Mai avuto un sospetto»

Una «sofferenza» che però potrà rendere gli attivisti della Fondazione Fontana «ancora più motivati e coerenti». Si affida al suo direttore Pierino Martinelli, la onlus coinvolta nel caso delle donazioni arrivate dalle società di Damiano Pipinato (coinvolto in una maxi-evasione fiscale), onlus che era guidata fino alle elezioni del 2017 dall’attuale vicesindaco Arturo Lorenzoni.

«In relazione alle notizie apparse in questi giorni circa la presunta relazione fra le attività della Fondazione Fontana e le vicende che coinvolgono l’azienda di Damiano Pipinato, possiamo solo condividere la nostra sofferenza, non avendo mai avuto il minimo sospetto della presenza di irregolarità e avendo sempre operato nella massima correttezza, nel rispetto dei principi etici che ci affida il nostro statuto e che ispirano il nostro lavoro – scrive in una nota Martinelli – Stiamo definendo le prossime azioni coerentemente con la nostra storia e il nostro modo di essere e di operare».

Damiano Pipinato (fratello di don Gabriele, tra i fondatori della Fondazione Fontana) attraverso la società inglese Orden Properties era proprietario del capannone in cui ha sede “Mediaworld” in via Venezia. Ogni anno girava parte dell’affitto dell’edificio alla onlus, per un totale di 6,6 milioni di euro in dieci anni. Nulla di irregolare, ma ha destato scalpore che tra i revisori dei conti della Fondazione ci fosse stato anche Christian Penso, commercialista accusato di aver aiutato Pipinato nel riciclaggio. —

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