Monica, una vita per la commedia

Scattini si è spenta a 59 anni: lavorò con Monicelli e Mazzacurati, l’ultimo film con Veronesi
Italian director Ricky Tognazzi (L) and Italian actress Monica Scattini arrive at the premiere of the film 'Tutta colpa della musica', during the 68th Venice Film Festival in Venice, Italy, 08 September 2011. The movie is presented in out competition 'Controcampo italiano' section at the festival running from 31 August to 10 September. ANSA/CLAUDIO ONORATI
Italian director Ricky Tognazzi (L) and Italian actress Monica Scattini arrive at the premiere of the film 'Tutta colpa della musica', during the 68th Venice Film Festival in Venice, Italy, 08 September 2011. The movie is presented in out competition 'Controcampo italiano' section at the festival running from 31 August to 10 September. ANSA/CLAUDIO ONORATI

ROMA. Figlia d’arte, seducente e autoironica, è morta a soli 59 anni l’attrice Monica Scattini. Spiritosa, amante dei ruoli da commedia, quelli che le hanno portato la maggiore notorietà al cinema e in tv oltre a un Nastro d’argento e un David di Donatello, ma anche di quelli più profondi e drammatici che ha avuto modo di interpretare soprattutto in teatro, Monica Scattini, è mancata dopo una lunga malattia, in un ospedale romano. Era nata nella capitale il primo febbraio 1956 e si era innamorata del cinema da bambina, grazie al padre, Luigi Scattini, regista. «Da piccola andavo a trovarlo sul set e impazzivo per quel mondo, mi piaceva tutto, mi sembrava di essere al circo», raccontava lei stessa in un’intervista a “Quelli che il cinema”.

Proprio sui set incontra stelle come Buster Keaton che le fanno nascere la passione per la recitazione. Studia a Roma con Alessandro Fersen e il suo esordio sul grande schermo avviene nel 1974 in “Fatti di gente perbene” di Mauro Bolognini. L’ultima regia del padre, “Blue Nudè”, girato a New York nel 1977, la porta nella grande Mela, dove resta per sette anni studiando all’Actor’s Studio. Ha modo di partecipare a grandi film come “Toro Scatenato” di Martin Scorsese (in una piccola parte, poi tagliata) e nel musical “Un sogno lungo un giorno” di Francis Ford Coppola (1982). Di seguito recita nella commedia corale “Lontano da dove” (1983) di Stefania Casini e Francesca Marciano, per la quale vince il Nastro d’argento come attrice non protagonista.

Da allora alterna commedie popolari e pellicole d’autore, conquistando anche un David di Donatello sempre come attrice non protagonista per “Maniaci sentimentali”, esordio alla regia di Simona Izzo (1994). Tra gli altri suoi film, “Ballando ballando” (1983) e “La Famiglia” (1987) di Ettore Scola e ancora “Un ragazzo e una ragazza di Marco Risi” (1984). Arriva poi “Rimini Rimini” di Sergio Corbucci (1987), “Tolgo il disturbo” di Dino Risi (1990).

Lavora con Mario Monicelli in “Parenti serpenti” e collabora con Carlo Mazzacurati, di cui da poco è ricorso un anno dalla scomparsa, ne “Il richiamo della notte” e “Un’altra vita”, sempre nel 1992. Davvero tanti i film in cui ha recitato, tra cui “La vera vita di Antonio H” di Enzo Monteleone (1994), “Il cielo è sempre più blu” di Antonello Grimaldi (1995) e “Vacanze di Natale 2000” di Carlo Vanzina.

Il suo film più recente è una commedia e risale all’anno che si è chiuso da poco, vale a dire “Una donna per amica” del regista Giovanni Veronesi.

Una carriera, la sua, in cui non mancano esperienze internazionali come “Nora” di Pat Murphy (2000), “Nine” (2009) di Rob Marshall, e il francese “Cloclo” (2011) di Florent Emilio Siri, biopic sul cantante Claude Franois, film di grandissimo successo oltralpe (oltre 2 milioni di spettatori), con la Scattini nei panni della madre dell’artista.

Legata sentimentalmente per 16 anni, fino al 2011, a Roberto Brunetti in arte “Er patata”, l’attrice lavora molto anche in televisione, da “La Tv delle ragazze” (1988-89) a “Marie Curie, une femme honorable” (1991), passando, tra le altre, per “I giudici - vittime eccellenti” (1999) “Lo zio d’America” (2002) “La signora delle camelie”, “Elisa di Rivombrosa”.

In teatro sfugge spesso alla sua galleria di personaggi leggeri e ironici regalando ritratti intensi come in una delle sue ultime performance nel monologo “Unghie” (2011) di Marco Calvani e Marco Marra, dove interpreta un transgender. Nel 2014, il suo ultimo anno di attività, corona un piccolo sogno, quello della regia. Riesce ad esordire con il corto “Love Sharing”, mini commedia romantica, in cui coinvolge Sandra Milo, Alessandro Haber, Luca Argentero e Eugenia Costantini. Una storia, in cui ha voluto raccontare «con ironia l’amore, la sua perdita e la sua ostinata ricerca, che poi è l’obbiettivo vitale di ognuno».

In tanti ieri hanno voluto renderle omaggio e lasciare un proprio ricordo. «La scomparsa di Monica Scattini priva la nostra cinematografia di una vivace protagonista della commedia all’italiana, un’attrice generosa che in quarant’anni di carriera tra cinema e televisione ha lavorato con i maggiori registi di un genere originale e fortunato», ha commentato il ministro dei Beni e delle Attività culturali, Dario Franceschini. Il regista Veronesi con cui lavorò di recente la saluta con un tweet: «Una mia amica vera che mi faceva ridere come un comico e mi parlava dell’America come di un cartoon». «Una vita per la commedia, da Scola a Veronesi», ha twittato Ferzan Ozpetek. «Troppo presto, davvero», le parole di Laura Morante. Anche Ezio Greggio, Christian De Sica e Gianni Calà hanno espresso il loro cordoglio.

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