Monselice, Monte Ricco contaminato: podisti furiosi

Vietati i sentieri di un luogo ideale sia per duri allenamenti che per serene camminate: dopo 35 anni a rischio anche la Marcia

MONSELICE. Il divieto d’accesso ai sentieri tagliafuoco del Monte Ricco su ordinanza del comune di Monselice, conseguente alle analisi dell’Arpav che hanno evidenziato un problema di inquinamento da diossina, preoccupa non poco gli amanti del footing che sul colle vanno ad allenarsi e le famiglie che finora lo hanno scelto per la salutare passeggiata tra il verde all’aria aperta.

Chiudere buona parte del Monte Ricco per gli affiliati al gruppo Podisti Monselicensi, il più attivo tra i sodalizi di marciatori della Bassa, è come vietare il Rocca Pendice agli appassionati dell’arrampicata. «È da sempre la nostra palestra di allenamento, dopo che sono comparsi quei cartelli sulla tagliafuoco temiamo per la salute e non ci andiamo più», afferma amareggiato il presidente del gruppo biancorosso, Paolino Breda «In attesa di conoscere meglio la situazione alcuni di noi si sono spostati sul Monte Cecilia. Il Monte Ricco, con la zona della Cava delle More, è da 35 anni il punto di riferimento della nostra marcia, la “Città di Monselice”. Anche con l’edizione del marzo scorso lo abbiamo attraversato in lungo e in largo per la gioia dei circa 2.500 partecipanti. La prossima edizione saremo costretti a dirottare i runner sulle strade di Ca’ Oddo», conclude ironicamente il presidente.

Il divieto riguarda sia il sentiero tagliafuoco che parte dalla Casa bianca, nelle vicinanze del quale sarebbe stata rilevata la concentrazione maggiore di questo inquinante silenzioso, sia il circolare di circa 2.400 metri che inizia dalla Casa rossa e comprende la famosa scalinata che collega l’edificio e la chiesetta sulla cima del monte alla terrazza panoramica dominata dalla statua dell’Ercole. Un passaggio molto gettonato dagli amanti del trail e del trekking che si spingono fino all’eremo di Santa Domenica sulla sommità del colle. Ha chiesto informazioni urgenti anche il sindacato dei lavoratori forestali: due squadre sono impegnate – senza alcuna protezione particolare– nella cura di bosco e dei sentieri proprio nell’area dichiarata contaminata da diossine e altre sostanze cancerogene.

«La situazione è davvero preoccupante» aggiunge Breda «Sono nonno di due nipotine che frequentano la scuola di Monselice. Abbiamo sempre insegnato loro a rispettare e amare la natura. Chissà cosa diranno di questa situazione, quando capiranno che a crearla è stato l’uomo e non è piovuta dal cielo». I cartelli sui sentieri tagliafuoco del Monte Ricco non sono solo un disagio per i podisti, che da quando hanno saputo perché sono stati installati scelgono altre zone. Le famiglie che abitano all’inizio della salita, nell’area più vicina alla cementeria, hanno ormai paura di coltivare l’orto e di consumarne i prodotti. L’allarme, insomma, si sta estendendo a macchia d’olio in attesa che vengano approfondite le indagini sull’inquinamento della zona.

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