Monselice, paziente infetta in sala d’attesa: allarme morbillo

Richiamati gli utenti della Delta Medica per assicurarsi che fossero vaccinati. Indagine dell’Usl 6
Monselice (PD), 27.04.2017 La clinica Affidea Delta Medica di Via Rialto a Monselice. Nella foto: esterni della clinica
Monselice (PD), 27.04.2017 La clinica Affidea Delta Medica di Via Rialto a Monselice. Nella foto: esterni della clinica

MONSELICE. Si scopre che una paziente della clinica ha il morbillo e scatta l’indagine epidemiologica: l’Usl contatta tutti gli utenti che erano stati con lei nel centro medico.

L’emergenza sembra fortunatamente passata, ma ha fatto preoccupare non poco quanto accaduto ai pazienti che lo scorso 13 aprile sono passati per l’Affidea Delta Medica, poliambulatorio specialistico privato che si trova in via Rialto a Monselice.

In questi giorni tutti gli utenti che avevano un appuntamento nella tarda mattina di quel giorno hanno ricevuto una telefonata dall’Usl 6 Euganea.

Lo racconta una paziente, Erika Bollettin di Padova: «Mi ha contattata il Dipartimento di Prevenzione, chiedendomi innanzitutto conferma se lo scorso 13 aprile ero stata in quel poliambulatorio dalle 11 alle 12. Alla mia risposta affermativa mi è stato chiesto se ero vaccinata contro il morbillo.

Non ricordando se avevo quel vaccino - sono ovviamente passati molti anni - ho chiesto maggiori informazioni e mi è stato spiegato che potevo essere soggetta a un contagio».

Tra i pazienti in visita in quella mattinata, infatti, era presente una signora che è poi risultata essere affetta da morbillo. «Il caso di morbillo ci è stato segnalato dal laboratorio analisi» conferma il dottor Antonio Ferro del Servizio Igiene e Sanità pubblica dell’Usl 6 «la signora in questione si era sottoposta alle analisi del sangue e il sospetto clinico è arrivato alla nostra attenzione, come prevede il protocollo.

A comunicare sospetti clinici come questi sono spesso i medici di base o, come in questo caso, i laboratori analisi. Abbiamo quindi avviato un’indagine epidemiologica cercando di ricostruire l’attività della paziente nei giorni di incubazione della malattia.

In situazioni come queste si prendono in considerazione esclusivamente gli episodi in cui la persona contagiata, il cosiddetto “caso indice”, resta a stretto contatto con altre persone per un periodo di tempo duraturo».

L’attesa in una stanza, come quella avvenuta alla Delta Medica, è un caso degno di considerazione. «Siamo stati contattati dall’Usl, che ci ha chiesto la lista dei pazienti che avevano una visita in quell’ orario o in prossimità di quel range temporale» spiega Marco Dal Brun, amministratore delegato di Affidea Delta Medica, «abbiamo quindi messo a disposizione i nominativi.

Si tratta di una decina di persone, oltre ai dipendenti e ai professionisti che lavoravano quella mattina. In questo caso è stata l’Usl 6 a raccogliere la segnalazione, ma se ci fossimo accorti noi della circostanza ci saremmo attivati allo stesso modo. Il protocollo regionale prevede infatti che tutte le strutture sanitarie autorizzate, in caso di rilevazione di situazione infettiva, debbano segnalare l’episodio all’ufficio Igiene dell’Usl per fini preventivi».

Entra nel merito della situazione il dottor Ferro dell’Usl 6: «Ascoltando la storia della donna contagiata abbiamo ritenuto che la sua permanenza in Delta Medica fosse l’unica situazione di effettivo rischio alto di contagio.

Sono peraltro passate due settimane e non abbiamo ricevuto alcuna segnalazione di persone infette. Siamo praticamente sicuri che il rischio sia passato, ma abbiamo comunque voluto contattare le persone interessate nonostante il limite temporale.

Abbiamo voluto approfittare del caso anche per compiere un’opera di sensibilizzazione, che in tema di vaccini fa sempre bene, soprattutto di questi tempi. Ricordo infatti che in Italia siamo ancora troppo lontani dal 95 per cento di vaccinati che è la copertura che ci viene richiesta».

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