Monselice, rubati due calici con le ostie consacrate

MONSELICE. È accaduto tutto in un’ora. Sono entrati in chiesa, hanno scassinato il tabernacolo, profanandolo e portando via due pissidi e con esse anche l’Eucaristia. Ad accorgersene, intorno alle 18 di ieri, è stato il sacrestano giunto in chiesa per preparare quanto necessario alla celebrazione. C’è sdegno e dolore per l’ennesimo atto di profanazione toccato ad una chiesa diocesana. Questa volta l’atto sacrilego si è consumato nella chiesa di San Giacomo Apostolo, fino a qualche tempo fa guidata dai frati minori Francescani e oggi affidata alla Diocesi di Padova.

Qualcuno è entrato liberamente in chiesa, ha manomesso la porticina in metallo del tabernacolo e ha sottratto due pissidi, i vasi che contengono le ostie consacrate, simbolo concreto del corpo di Cristo. «Il furto è avvenuto tra le 17 e le 18» racconta amareggiato con Marco Galante, attuale amministratore della parrocchia di via San Giacomo «Alle 17 avevo visitato personalmente la chiesa e non avevo notato anomalie. Alle 18 il sacrestano è arrivato per preparare la celebrazione vespertina e si è accorto del danno al tabernacolo».

Le pissidi erano sparite e con esse anche l’Eucaristia. Non sono stati commessi ulteriori danni. Resta da capire se il furto fosse mirato ai due oggetti sacri o se alle particole consacrate, che spesso e volentieri vengono abbandonate sull’altare da chi commette furti di questo tipo. «Non ne ho idea» è il pensiero di don Marco «Una delle due pissidi aveva un effettivo valore economico, essendo datata e di manifattura artigianale». Il parroco, a scoperta avvenuta, ha comunque celebrato messa. Questa sera, alle 20.45, la comunità di San Giacomo si riunirà per un rosario: si pregherà per “riparare” a questo atto di profanazione e per unire la comunità dopo un gesto che per i cristiani assume un valore fortemente negativo.
La stessa Diocesi di Padova, attraverso il vicario generale monsignor Giuliano Zatti, ha voluto testimoniare dolore e vicinanza ai parrocchiani di San Giacomo: «Siamo profondamente addolorati e anche preoccupati per questo nuovo furto che ha interessato una delle nostre comunità cristiane.
Questo fatto, aggravato dal furto delle ostie consacrate, ci inquieta perché segue a breve distanza altri atti vandalici: lo scorso novembre al santuario di Tessara dove successivamente sono stati ritrovati gli oggetti rubati e, lo scorso febbraio, a Ca’ Morosini dove è stato profanato il tabernacolo. Il nostro pensiero e la nostra vicinanza nella preghiera vanno alla comunità di San Giacomo, che sta vivendo il passaggio di guida dai minori francescani al clero diocesano, e al suo attuale amministratore, don Marco Galante. Una realtà che sta camminando con fede e fiducia e che si sta adoperando fortemente anche sul piano della carità e dell’impegno verso gli ultimi. Ringrazio per il prezioso e costante supporto e aiuto che ci stanno offrendo in questa le forze dell’ordine».
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