Monselice: Villa Venier violentata da ladri e degrado

MONSELICE. Adagiata su una piccola collina nella frazione di Monticelli, sorge Villa Renier, una residenza nobile costruita nel Cinquecento dal patrizio veneto Daniele Renier. La villa sorge sulle rovine di una costruzione fortificata databile al Duecento e rischia anch’essa di trasformarsi in rovine e macerie, se non verrà salvaguardata e preservata.
L’edificio infatti oggi versa in condizioni pessime, come testimoniano i servizi fotografici che associazioni appassionate di luoghi storici abbandonati le hanno dedicato. Non sono servite le alte mura, ora in parte crollate, che la circondano a tenere lontani malintenzionati e curiosi, che negli ultimi anni hanno fatto sfregio di quanto era presente al suo interno.
LE DISPUTE TRA GLI EREDI
Nel 2003 l’ultimo proprietario è deceduto e da allora le dispute tra gli eredi hanno fatto sì che l’edificio fosse abbandonato e senza alcuna sorveglianza, così da diventare preda facile per furti e saccheggi, che non hanno risparmiato neanche i bassorilievi presenti nelle cantine e il soffitto ligneo della cappella privata. La ruberia d’antiquariato è frequente negli edifici storici e viene attuata da professionisti che, come in questo caso, con facilità hanno asportato dalle pareti gli affreschi lasciando al loro posto dei buchi nel muro, sono riusciti a portare via ogni pezzo dell’altare presente nella cappella e persino i tasti di un pianoforte.
Ogni oggetto con un minimo di valore è stato rubato mentre sono stati dispersi nei locali materassi, vestiti, stracci, immondizia, lasciati da chi ha utilizzato la villa come ricovero di fortuna o per qualche “festa privata”. E dove non è riuscito a fare danni l’uomo, ci ha pensato l’ambiente circostante: alcune stanze sono piene di sterco di animali che vanno e vengono dalle finestre e porte divelte, numerosi calabroni hanno fatto il nido nei camini e la vegetazione del parco sta avanzando senza sosta sui muri esterni, mettendone a rischio la stabilità.
UN MUSEO DI OGGETTISTICA
Gli oggetti del vecchio proprietario sono stati sparpagliati nelle stanze, preda di muffe e polvere, l’usura del tempo non ha risparmiato neanche le carrozze e i mobili anche d’epoca, troppo ingombranti per essere rubati. Un museo di oggettistica che racconta la storia dell’Otto e Novecento veneto, con ampolle, oggetti di culto, scaldaletti a braci (moneghe), attrezzi agricoli, strumenti musicali e mobilio. Nel 2004 il tecnico incaricato dal tribunale a fronte della causa civile degli eredi, chiede un sopralluogo da parte della Soprintendenza che, dopo una perizia, conferma l’indivisibilità del bene e sottolinea l’importanza culturale del sito, probabile dimora anche dello scrittore Ugo Foscolo, con stima dei beni ed inventario accurato di quanto presente all’interno. Nel 2013 la villa, già in decadenza, viene messa all’asta e da allora si succedono altri tentativi di vendita. Il prossimo sarà il 20 settembre: prezzo base 956 mila euro, offerta minima 717 mila.
La dimora però, dimenticata da tutti, non è passata inosservata al comitato Lasciateci respirare e al Coordinamento associazioni ambientaliste dei Colli Euganei, che ad ottobre 2017 e a fine 2018 avevano sollecitato, attraverso una mail, la Soprintendenza archeologica belle arti e paesaggio ad attivarsi «per quanto di sua competenza, con misure atte ad arginare quantomeno le attività di saccheggio e vandalismo e con qualsiasi altra azione ritenga utile e necessaria per fermare il deterioramento di questo straordinario complesso architettonico e paesaggistico, prima che esso sia irrimediabilmente perduto». A questa segnalazione però non è seguita alcuna azione per arginare saccheggi e degrado. La villa rischia di diventare una maceria storica. —
Riproduzione riservata © Il Mattino di Padova