Montecchia-Frassanelle ora il golf punta alla Cina

C’è un progetto imprenditoriale di largo respiro che punta all’Europa e alla Cina dietro all’operazione che sta portando Paolo Casati a controllare, oltre al già suo Golf della Montecchia, il vicino Golf Club Frassanelle. L’accordo con i tre soci del circolo di Rovolon – Massimo Cavalli, la presidentessa Daniela Fabris e il fratello Roberto Fabris – ormai è definito nei particolari: Casati rileva il 60% della società che gestirà fino al 2045 il campo di golf allestito nella proprietà della famiglia Papafava.
Ieri l’operazione è stata presentata con una conferenza stampa nel corso della quale Casati e Cavalli hanno messo le cose in chiaro. Il primo punto è stato incentrato sui quasi mille soci (poco più di 600 Montecchia, circa 400 Frassanelle) dei due golf padovani. Cosa cambierà per loro da gennaio? «Dal punto di vista economico niente», ha assicurato Casati, «perché le quote annuali restano invariate. E rimarranno invariate anche nei prossimi anni perché la crisi del Paese ci obbliga a non prevedere aumenti per non assistere a un’emorragia di giocatori». Per le 27 buche di Montecchia la quota annua è di 2.600 euro, mentre Frassanelle con le sue 18 buche chiede 1.800 euro. Le sinergie permetteranno risparmi consistenti sulle spese di gestione e sull’acquisto di tutto quello che serve per i due campi, dai macchinari ai concimi. Non cambieranno le quote, ma saranno numerose le migliorie che riguardano il gioco. Montecchia è già avanti in un piano triennale che investendo 100-120 mila euro ogni nove buche ha cambiato la struttura del fondo sostituendo l’erba tradizionale con la Bermudagrass Patriot, un tipo di gramigna che riduce drasticamente i costi di manutenzione.
Così, con il mercato italiano in crisi, l’accoppiata Montecchia-Frassanelle punta all’estero. Subito all’Europa, e quanto possa attirare in particolare Montecchia, unico golf club con ristorante da una stella Michelin, lo dimostra l’accordo con l’Edp Tour, per ospitare dal 22 al 24 giugno prossimi un Open del circuito tedesco del golf professionistico. Ma la grande scommessa è l’Oriente e l’accoppiata con Venezia, scelta dall’Expo Milano 2015 per tutte le iniziative legate all’acqua. E qui entra in ballo la Cina dove, ha raccontato Casati, «120 milioni di persone hanno un reddito uguale se non superiore alla media europea, e sono già sei milioni di giocatori di golf, destinati a diventare 20 milioni nel 2020». Un bacino che in occasione dell’Expo 2015 porterà flussi economici importanti.
Sandro Vido
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