Montegrotto, morta sotto il treno la Procura blocca il suo funerale
Le esequie avrebbero dovuto essere celebrate sabato, ma il magistrato ha revocato il nullaosta Aperta un’inchiesta, al momento senza indagati, dopo la scoperta di tensioni tra la donna e il marito
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MONTEGROTTO TERME. È stato davvero un suicidio? Un gesto estremo forse nel pieno di una crisi depressiva? È giallo dietro il decesso di C. D., una bancaria 55enne dipendente di Montepaschi (ex Antonveneta) e residente a Montegrotto Terme, morta sotto il treno nella serata di venerdì 9 giugno. Ora quel (presunto) suicidio non è più così scontato. La procura della Repubblica di Padova vuole vederci chiaro. E così il pm Roberto Piccione ha revocato il nullaosta alla celebrazione delle esequie tanto da costringere la famiglia a sospendere la cerimonia alla vigilia del funerale. Sui muri di Montegrotto erano già stati affissi i necrologici che annunciavano la celebrazione delle esequie previste per sabato mattina nel Duomo cittadino. Già da venerdì, tuttavia, lo stop forzato per l’intervento della magistratura. E sopra ogni necrologio è stata posta una “fascetta” con la scritta «i funerali sono sospesi dall’autorità giudiziaria a data da destinarsi». Sembra che giovedì scorso sia arrivata una segnalazione in procura che ha convinto il pm ad aprire un’inchiesta sia pure senza indagati.
Ora rimbalzano indiscrezioni su possibili violenze domestiche e tensioni private nella vita di C. D.: è il contesto nel quale potrebbe trovare significato la morte della donna, sposata e con due figlie grandi oltreché con un figliastro? Nella serata del “suicidio” a un familiare sarebbe arrivato un sms nel quale la bancaria spiegava «non ce la faccio più a vivere». Complicato il ménage matrimoniale della 55enne (il marito lavora nello stesso istituto di credito), andato avanti fra alti e bassi, plurimi addii e altrettanti ritorni a casa (in più di qualche occasione C.D. s’era trasferita in un appartamento per proprio conto con le figlie). E difficile per lei vivere, gestendo e controllando altri problemi personali. Basta per farla finita?
Pare che C. D. si sia assentata più volte dal lavoro per infortuni. Sia ad alcuni colleghi (la 55enne era in servizio nella sede centrale della banca a Padova come addetta ai rapporti con gli enti), sia a conoscenti del paese sono sempre apparsi sospetti dei “segni” (contusioni alla spalla, alle braccia o al piede) che talvolta marcavano il corpo della donna, pronta a giustificarsi con una caduta dalle scale o in casa.
Venerdì 9 giugno il corpo di C. D. è travolto e fatto a pezzi da un treno in corsa, il Freccia argento Roma-Venezia, lungo la linea ferroviaria Bologna-Padova, all’altezza del passaggio a livello 108 che si trova in via Catajo, nella frazione di Turri di Montegrotto. Sono le 23. 40: il treno è bloccato dall’autista che avverte un colpo, un residente della zona vede sgomento i resti umani sparpagliati. Arrivano i carabinieri che notano, poco lontano dalle sbarre, un’auto in sosta con lo sportello lato guida e il finestrino aperti, sul paraurti anteriore una botta causata probabilmente da una fuoriuscita di strada. Come se qualcuno prima corresse veloce e poi sia uscito dall’abitacolo in fretta.
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