«Moratti mi voleva all’Inter ma mi candido con Monti»

Stefano Quintarelli, numero due nella lista di Scelta civica per la Camera, dicono che lei è una delle persone più conosciute nel mondo di Internet, sia in Italia che nel mondo. «La gente che si...

Stefano Quintarelli, numero due nella lista di Scelta civica per la Camera, dicono che lei è una delle persone più conosciute nel mondo di Internet, sia in Italia che nel mondo.

«La gente che si occupa di Internet e che a maggio mi ha proposto per la candidatura in Agcom, l’Autorità per le garanzie nelle comunicazioni, ha usato un linguaggio un po’ enfatico. In realtà è Ilaria Capua, la nostra capolista, una persona che mi fa venire la pelle d’oca, quando penso ai milioni di persone cui ha salvato la vita con le sue ricerche».

Lei di cosa si occupa?

«Le mie competenze riguardano la tecnologia e l’innovazione. Quando arrivo in un’azienda mi preoccupo di dare una rinfrescata alle tecnologie. Ho partecipazioni in startup, in cui trovo sia il mio ex compagno d’università che il ragazzo, imbarcato sullo stesso treno su cui viaggio io, che mi manda una mail e mi chiede la possibilità di presentarmi di persona il suo progetto. Ho curato la strategia dello sviluppo digitale al gruppo Sole 24 Ore».

All’Agcom però hanno scelto i soliti noti.

«Visto che l’altro giro avevano scelto medici e avvocati, ma nessun addetto ai lavori e visto che c’era il governo dei tecnici, ho pensato di mandare una lettera a Monti e a Passera per sottolineare il fatto che mancava un processo di selezione delle competenze. Non avevo grandi speranze, ma la mia presa di posizione ha avuto una risonanza mostruosa».

Quando è stato contattato per fare il candidato di Monti?

«Sono stato chiamato il 6 gennaio. Sì, lo stesso giorno in cui il presidente Monti ha telefonato alla Capua. Di Ilaria però sono un po’ invidioso (ride), perché non mi ha contattato Monti in persona ma qualcuno molto vicino al presidente. Mi hanno chiesto se ero disponibile. Ci ho pensato fino alla sera e poi ho detto sì».

Lei lavora a Milano, ma è veronese, di Negrar.

«A Verona ho gli amici più veri. Non sono tifoso dell’Hellas ma tra i ricordi più vivi c’è lo scudetto del 1984-85. Chi ha vissuto quella stagione non può dimenticare la squadra di Bagnoli: campioni come Nanu Galderisi, Briegel, Di Gennaro. Altri ricordi sono legati alle estati passate a Ponte di Nanto, nel Vicentino: eravamo in quattro amici con cinque computer. Ho cominciato a programmare che avevo 13 anni. Padova? Ho rapporti con l’Università».

Ma la salita in politica le è già costata qualche rinuncia?

«Stavo svolgendo un lavoro di aggiornamento tecnologico all’Inter. Massimo Moratti credeva molto nel mio lavoro. Ricapitolando: la domenica 6 gennaio mi hanno contattato, il lunedì mi hanno confermato la candidatura. Il martedì mi sono trovato nell’imbarazzo di dire a Moratti che avevo fatto questa scelta».

La sua campagna elettorale è tutta su Internet?

«No, poiché non volevo passare per paracadutato, ho avviato una serie d’incontri sul territorio. Ne ho fatti una dozzina, in particolare con gruppi di giovani. Poi però...».

Cos’è successo?

«Mi hanno chiamato da Roma e mi hanno chiesto di entrare a far parte dello staff elettorale per gestire la campagna on line di Scelta civica. Sicchè da oggi (ieri, ndr) lavoro a Roma negli uffici di via del Corso.

E Padova?

«È ben presidiata dalla Capua e da Menorello».

Claudio Baccarin

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