Chi era Fouzia Ben Lenda, la 49enne investita e uccisa ad Albignasego

Perfettamente integrata in Italia, Fouzia era un punto di riferimento per la famiglia e per i tanti che l’hanno conosciuta. I funerali saranno celebrati con rito islamico a Solesino

Giada Zandonà

Una tragedia che ha sconvolto l’intera comunità di Solesino, quella che ha spezzato la vita di Fouzia Ben Lenda, 49 anni, originaria di Fqih Ben Saleh, una città del Marocco centrale.

Fouzia viveva in Italia da anni con la sua famiglia, perfettamente integrata. Operaia in un’azienda agricola ad Albignasego, era una donna generosa e un punto di riferimento per tutti coloro che la conoscevano. Fouzia abitava al civico 584 di via Valli Pianta, insieme al marito Lhabib Fettah, di 57 anni, e ai due figli più giovani, Ayoub, 26 anni e Sabrine, 14 anni.

Scende dall’autobus per andare al lavoro, investita e uccisa ad Albignasego
Il furgone che ha investito la donna

I figli maggiori, Yusef, 30 anni, e Yassim, 32 anni, quest’ultimo padre di quattro bambini, si erano trasferiti da qualche anno a Monselice con le rispettive compagne. Arrivata in Italia attraverso il ricongiungimento familiare con il marito, che aveva ottenuto la cittadinanza italiana, Fouzia aveva saputo integrarsi subito, trovando lavoro e costruendo legami con le famiglie del territorio.

Una vita per la famiglia 

«Era generosa, buona, vicina alla sua famiglia. Il suo grande cuore si manifestava in ogni aspetto della vita quotidiana» racconta la nuora Kautar. «Ogni cosa che faceva era per i suoi figli, i nipoti e il marito, che erano il centro del suo mondo. I suoi nipoti erano tutta la sua vita. Lascia un grandissimo vuoto» racconta commossa.

Fouzia aveva mantenuto un forte legame con le sue origini: «Era originaria di una città del Marocco dove si lavorava molto con l’agricoltura, e lo stesso lavoro lo aveva intrapreso anche qui in Italia» aggiunge Kautar. Il suo funerale sarà celebrato con rito islamico nella moschea di Solesino, che frequentava regolarmente, ma la salma sarà poi trasferita nella sua città natale, dove risiedono ancora la madre, i fratelli e le sorelle. La famiglia era parte integrante della comunità marocchina di Solesino, riunita attorno alla moschea gestita dall’associazione culturale "La Fede".

Gli amici: «La sua presenza ci mancherà moltissimo»

«Era una famiglia molto unita e religiosa. Ci incontravamo sempre per la preghiera, anche con i figli maggiori», spiega Mbarek El Asri portavoce della comunità «Fouzia era venuta in Italia per stare vicina al marito, grazie al ricongiungimento familiare. La famiglia non dovrebbe avere bisogno di sostegno economico per il rientro della salma, ma se fosse necessario, come comunità marocchina faremo tutto il possibile per aiutarli».

Anche i vicini di casa ricordano Fouzia con grande affetto: «Avevano comprato questa casa anni fa e si sono sempre dimostrati delle bravissime persone» racconta una vicina «Ci dispiace molto per l’accaduto. Fouzia era una donna tranquilla e sorridente, aveva fatto amicizia con tutti. La sua confinante la frequentava regolarmente, erano diventate amiche. Lontano dalla sua terra aveva saputo costruire una nuova vita fondata su valori profondi, la sua presenza ci mancherà moltissimo» conclude la vicina di casa.

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