Addio a Arrigo Padovan, gloria di Giro e Tour
Nativo di Castelbaldo, viveva a Masi. Si è spento a 97 anni. Aveva vinto cinque tappe nelle due importanti competizioni. Nazionale dal 1957, si era ritirato nel 1962
Il suo nome era e resterà scritto nel libro d’oro del ciclismo internazionale: Arrigo Padovan ha pedalato almeno una dozzina d’anni alla grande, misurandosi – spesso battendoli – con i campioni dell’epoca. Padovan, ex gloria padovana del ciclismo, si è spento sabato scorso a 97 anni.
Nome mitico del ciclismo degli anni ’50 e ’60, è stato capace di mettere a palmares la vittoria di tre tappe al Giro d’Italia e di due al Tour de France.
Nato a Castelbaldo il 16 giugno 1927, era conosciuto e amatissimo tra Bassa padovana e Polesine: in particolare a Masi, la comunità dove viveva, e nella vicina Badia Polesine. Non c’è appassionato di ciclismo che non conosca la sua storia.
Padovan ha onorato i colori padovani della gloriosa Atala-Lygie – poi fu ingaggiato anche dall’Atala – con fulminanti successi nelle due corse più importanti al mondo, il Giro e il Tour.
Vittorie a Trento, Taranto, Pescara, Genova e Milano, onorando tante edizioni del Giro; al Tour tagliò i traguardi da vincitore a Rouen e Bordeaux. E ancora, in Svizzera vinse la tappa di Sion; tra le tante vittorie, il Gp Industria e Commercio, la Coppa Bevilacqua, il Circuito Belmonte, a Taranto nel Giro del Mediterraneo.
Aveva iniziato facendo il meccanico, la prima bici era arrivata da ragazzo grazie ad alcuni compaesani. Nel gruppo è stato un tenace gregario con caratteristiche di passista che spesso il suo capitano lanciava all’attacco: in questo modo vinse le cinque tappe tra Giro e Tour.
In generale Padovan ha preso parte a otto edizioni del Giro (saltò soltanto le edizioni del 1954 e del 1955) portandole sempre a compimento. Il miglior piazzamento in classifica fu l’ottavo posto all’esordio, nel 1951, quando conquistò anche la maglia bianca di miglior giovane. Quattro, invece, le partecipazioni al Tour.
Non vanno dimenticate poi la partecipazione alla Vuleta (1956), le nove Milano-Sanremo e la Parigi-Roubaix del 1960, e poi le belle pagine di sport scritte al Giro di Lombardia, compreso un terzo posto in questa gara.
Nel 1957 arrivò per Arrigo Padovan la consacrazione definitiva: in quella stagione era entrato a far parte della Nazionale italiana di ciclismo, disputando con il campionato del mondo a Waregem, in Belgio. Tra i tanti attestati di stima di queste ore, c’è chi lo ricorda – lo scrive l’Acsi Ciclismo Rovigo – come «l’uomo che fece piangere Rik Van Looy», fenomeno belga che dominava il ciclismo mondiale tra anni ’50 e ’60. Ritiratosi dallo sport professionista nel 1962, Padovan è diventato imprenditore.
L’assessore del Comune di Masi, Elisa Faccioli, ricorda: «Quella di Arrigo Padovan è stata una figura che ha portato onore e prestigio non solo alla nostra comunità, ma anche all’intero mondo dello sport. La sua carriera di ciclista professionista costellata di vittorie e di sfide vinte con sacrificio, non è stata solo un esempio di eccellenza sportiva, ma anche una lezione di vita. Arrigo ci ha insegnato, con impegno e dedizione, che è possibile raggiungere traguardi impensabili, portando in alto il valore delle proprie radici e della propria comunità».
L’addio al campione verrà dato domattina, alle 10, nella chiesa di Masi. Padovan lascia i figli Lorella e Mauro.
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