Morto in moto a 25 anni, c’è un indagato

Tre anni fa l’incidente che costò la vita a Federico Maria Rossi: per il pm la manovra di un’auto avrebbe causato la caduta

PADOVA. Con la sua manovra avrebbe creato una turbativa, di fatto tagliando la strada al motociclista che per evitare l’impatto sterzò bruscamente perdendo il controllo del mezzo. Poi lo schianto contro le rocce. Era il 24 agosto di tre anni fa. Federico Maria Rossi, 25 anni, residente in città in via Campagnola, è morto sul colpo. La sua fidanzata, Federica Murer, due anni più giovane, rimase gravemente ferita. Ora la procura di Vicenza contesta quel comportamento all’automobilista Luca Muraro, 25 anni, di Dueville (Vicenza). Dopo averne chiesto il rinvio a giudizio per omicidio colposo e dopo una parziale marcia indietro, ieri il pubblico ministero Giovanni Parolin ha chiesto e ottenuto che il giudice Massimo Gerace disponesse una perizia tecnica nella forma dell’incidente probatorio, individuando un esperto per ricostruire la dinamica dell’incidente.

Lo schianto tre anni fa. L'incidente mortale è avvenuto lungo la provinciale 349 del “Costo” che attraversa passo Vezzena, a una decina di chilometri da Asiago verso Roana. Sulla motocicletta Bmw 1200 R c’erano Federico Maria Rossi e Federica Murer, 24 anni di Cadoneghe, che è stata sbalzata a terra a parecchi metri di distanza. Il ragazzo è morto sul colpo, la giovane invece è stata ricoverata in ospedale e operata al femore.

La prima ricostruzione. Secondo la prima ricostruzione dei carabinieri di Asiago e Canove, basata anche sulle testimonianze degli automobilisti in transito, il ragazzo avrebbe sorpassato due auto di una comitiva di giovani ferraresi in vacanza ad Asiago. A causare l’incidente si pensava che potesse essere stata una combinazione tra la velocità e una cunetta sull’asfalto. Non c’era stato comunque alcun contatto fra i mezzi e quindi per la procura non c’erano responsabilità. L’inchiesta venne chiusa qualche tempo dopo.

La nuova ipotesi. Ma i familiari di Rossi (assistiti dall’avvocato Giuseppe Campisi) chiedevano verità e a distanza di tempo sono emerse evidenze del tutto ignorate. Per esempio c’era il veicolo condotto da Luca Muraro (che è assistito dall’avvocato Tommaso Decembrino), il quale con la sua manovra, non accorgendosi dell’arrivo della moto, avrebbe indirettamente provocato l’incidente. Per questo la procura lo aveva prima iscritto sul registro degli indagati e poi ne aveva chiesto il giudizio, anche se il giovane vicentino ha sempre sostenuto con forza la sua estraneità alle accuse. Ora, per fare piena chiarezza, è stato chiamato un tecnico ad affiancare il giudice per ricostruire nel dettaglio cosa avvenne quel giorno maledetto e consentire di valutare eventuali responsabilità penali che possono avere ricadute anche sul piano civile e dei risarcimenti. L’incarico sarà affidato dalla procura di Vicenza nelle prossime settimane. La relazione finale, invece, sarà ultimata probabilmente in autunno.

Chi era Federico. Federico studiava, era al secondo anno del corso di laurea in Mediazione linguistica dopo aver conseguito il diploma al liceo Romano Bruni di Ponte di Brenta. Amava le moto come il papà Franco, medico molto conosciuto in città, ex primario alla Casa di Cura di Abano, chirurgo ortopedico specializzato nelle patologie di ginocchio e anca. Federico si dedicava molto anche lo sport: frequentava la palestra New Olympia di via Volturno. Gli piaceva molto la città di Miami, dove aveva acquistato una casa. Tra i suoi amori non si può non ricordare Kiwi, il suo adorato cagnolino maltese. Quando successe l’incidente Federico e Federica si conoscevano solo da qualche settimana. Lui l’aveva presentata ai genitori qualche giorno prima di partire per quella che sarebbe dovuta essere la prima vacanza insieme.

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