Muore a 59 anni mentre si allena al parco: cardiologo stroncato da infarto
La disperazione della figlia di Marco Zennaro: «Tardava a rientrare a casa, sono andata a cercarlo e ho visto il telo bianco»

Il dottor Marco Zennaro
PADOVA. «Papà, il mio papà buono... Come è potuto succedere?». Elena ha il viso rigato dalle lacrime mentre sfoglia le foto del padre salvate nel telefonino. Marco Zennaro, 59 anni, cardiologo all’ospedale di Cittadella, uomo atletico e appassionato di jogging e Tai Chi, è stato stroncato da un infarto ieri nel primo pomeriggio proprio mentre si allenava. L’hanno trovato riverso alcuni abitanti di via Landucci, nel parco che frequentava quasi ogni giorno. La figlia Elena ha scoperto che il cuore di papà si era fermato andando lì a cercarlo.

«Erano ormai le 14 e non tornava» racconta la ragazza, 25 anni, studentessa di lingue moderne. «Mi sono insospettita. Non era da lui. Allora sono corsa al parco di via Landucci, uno dei suoi luoghi preferiti per allenarsi. C’erano le pattuglie della polizia a bordo strada, i poliziotti intorno a un fagotto coperto da un lenzuolo bianco. Lì sotto c’era il mio papà».
A dare l’allarme per primi sono stati alcuni abitanti del posto, i primi ad accorgersi che c’era una persona a terra. In via Landucci sono arrivate le volanti della polizia e poco dopo la squadra rilievi della Scientifica. Sono state trovate abrasioni alle ginocchia, alle mani e anche sul viso. Ferite che Marco Zennaro si è procurato cadendo, quando è arrivato l’infarto. Per la polizia non c’è dubbio sulle cause della morte.
Il medico, originario di Venezia, trasferito da Padova ai tempi dell’università, abitava in un condominio di recente costruzione sull’asse di via Facciolati, in una stradina laterale ai piedi del ponte di Voltabarozzo. Viveva lì con la moglie Marzia e la figlia Elena. «Amava profondamente il suo lavoro» testimonia la figlia. «Era cardiologo ma gli piaceva condurre ricerche in tema di bioetica e omeopatia. Un medico impegnato, scrupoloso».
Sabato aveva il giorno libero. Dopo aver trascorso qualche ora in famiglia era uscito di casa per il solito allenamento. Corsetta sull’argine e poi qualche forma di Tai Chi nel piccolo parco di via Landucci, dove i residenti della zona erano ormai abituati a vederlo danzare con le movenze felpate dell’arte marziale cinese. «Fumava una sigaretta ogni tanto» ricorda Elena mentre cerca di farsi forza. «Ma era un grande sportivo. Mai un malanno, mai un acciacco».
Il medico ha salutato moglie e figlia alle 13. L’allarme alla centrale operativa della Questura è stato dato circa un’ora dopo. Dunque è probabile che l’arresto cardiaco sia sopraggiunto dopo un’ora di attività fisica. Il classico infarto che nessuno si spiega, perché colpisce una persona apparentemente in forma, che svolgeva una vita sana e che mai aveva avuto problemi di cuore. In questo caso si tratta anche di un professionista esperto nelle patologie cardiache, dunque preparato a cogliere i segnali che il corpo in qualche caso dà quando c’è qualche problema. —
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