Muore a dodici anni a causa di un sorpasso

BAGNOLI. Per otto lunghi giorni Giulia ha lottato per la vita, per otto giorni i suoi genitori e i suoi cari hanno pregato e sperato, aggrappati a ogni piccolo segnale di miglioramento. Invece nel giro di poche ore la situazione è precipitata e per la dodicenne di Bagnoli non c’è stato nulla da fare. Giulia Morandi si è spenta domenica pomeriggio nel reparto di Rianimazione pediatrica all’ospedale di Padova, dove era stata trasportata d’urgenza da Rovigo dopo un terribile incidente stradale lo scorso 21 gennaio. Una impressionante carambola, causata da un sorpasso spericolato, nella quale erano rimaste coinvolte tre auto con ben sette feriti. Giulia era apparsa subito la più grave, a causa di un forte trauma alla testa. Un intero paese la piange dopo essere rimasto con il fiato sospeso per più di una settimana: la ragazza frequentava la seconda media, faceva sport e dava una mano in parrocchia. Aveva tanti amici e una vita di sogni e progetti tutta da costruire. Lascia due giovani genitori, Emiliano e Laura, che la amavano sopra ogni cosa.
Quel sabato sera era salita in macchina con la famiglia di una sua coetanea e cara amica per qualche ora di svago al bowling. Invece, verso le 19.30 lungo la tangenziale Est, all'altezza del distributore Sprea, l'auto sulla quale viaggiavano, una Fiat Punto, è stata travolta da una Panda lanciata contromano come un'ariete, poi carambolata contro un'altra Punto. Alla guida c'era un uomo del posto, sulla quarantina, già finito nei guai in passato per un’accusa di lesioni personali. L'automobilista sembrava non essersi reso conto del disastro che aveva combinato, almeno stando a quanto hanno riferito i primi testimoni, con il suo sorpasso a dir poco azzardato. La sua auto infatti era finita nella doppia corsia di marcia opposta, sbandando completamente sulla sinistra e scontrandosi con le auto in arrivo. Sottoposto all'alcoltest, il conducente della Panda è risultato negativo. In un primo momento gli è stato contestato il reato di lesioni personali colpose, ora invece dovrà rispondere anche dell’accusa di omicidio stradale.
La giovanissima vittima ha lottato fra la vita e la morte per otto lunghi giorni. All’inizio della settimana era stata sottoposta a un primo intervento chirurgico alla testa ed era tenuta in coma farmacologico. «L’operazione sembrava riuscita» racconta il papà Emiliano «c’erano delle speranze di miglioramento. Non era ancora stata svegliata completamente però avvertiva la nostra presenza, quando le parlavamo ci stringeva la mano. È stato il suo modo di salutarci. Abbiamo sperato che potesse farcela, abbiamo pregato tanto. Invece sabato mattina c’è stato un peggioramento dell’attività cerebrale e i medici hanno dovuto riportarla in sala operatoria per ridurre la sofferenza del cervello. Ma la circolazione sanguigna era compromessa, finché domenica è sopraggiunta la morte cerebrale».
Di fronte a un dramma così grande papà e mamma hanno subito pensato a un gesto d’amore, la donazione degli organi. «Non abbiamo avuto dubbi» continua il padre della ragazzina «Giulia era estremamente altruista, siamo sicuri che questa scelta le avrebbe fatto piacere. Così altre persone potranno continuare a sperare grazie a nostra figlia. Abbiamo scelto invece di lasciarle i suoi fantastici occhi chiari che illuminavano il bel viso. Non c’è spiegazione di fronte a una tragedia così grande. Dell’incidente ancora non sappiamo più di tanto né abbiamo voluto pensarci in questi giorni. I nostri pensieri erano tutti per Giulia, per la sua vita. Pare si sia trattato di un sorpasso talmente spericolato da portare l’automobile dall’altro lato della tangenziale, nella prima corsia. Giulia era seduta sul sedile posteriore, sulla sinistra, accanto alla sua amica. Nell’incidente non ha riportato fratture o altre ferite ma ha sbattuto con violenza la testa, probabilmente sul montante dell’abitacolo. Di più non voglio sapere, né chi era l’investitore e nemmeno perché lo ha fatto. Io so solo che abbiamo perso nostra figlia».
In un dolore così totalizzante per il giovane padre oggi non c’è spazio per la rabbia né per altri interrogativi. «So solo che Giulia era appena uscita con la famiglia della sua amica, oltretutto vicini di casa. La avevano invitata a giocare a bowling, doveva essere una serata spensierata. Chi poteva immaginare una simile tragedia, a pochi chilometri da casa?». Nell’incidente la coetanea di Giulia si è fratturata un femore ed è tuttora ricoverata all’ospedale di Rovigo. Feriti anche il fratello, seduto con le ragazze sui sedili posteriori, e i due genitori. Si sono visti piombare addosso la Panda, contromano, e non sono riusciti a evitare il terribile impatto. La notizia della morte della ragazza ha aggiunto dolore al dolore, gettando nella disperazione anche i nonni, a partire da quelli materni che condividono l’abitazione.
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