Muore dopo il bypass gastrico

Infermiera di 42 anni si era fatta operare per dimagrire. I colleghi «Seria e competente»
Di Carlo Bellotto

Ha perso la vita a causa dei postumi di un intervento chirurgico di posizionamento di un mini bypass gastrico, eseguito nel tentativo di dimagrire. È un destino atroce quello che ha colpito Maria Grazia Bresolato, 42 anni, mamma di un bimbo di soli 5 anni, residente con il compagno Francesco a Vigonovo. Una donna solare, simpatica, professionista nel suo lavoro di operatrice socio sanitaria alla Fondazione Opera Immacolata Concezione di Padova. Nessuno, almeno al lavoro aveva intuito che quei chili di troppo (ne pesava 105) fossero diventati un problema così grave da spingerla sotto i ferri. Anche perchè è lo stesso lavoro che porta ad essere “robuste”. Un intervento valutato per tanto tempo, finchè il 22 novembre scorso aveva raggiunto una clinica di Bergamo. L’intervento è consistito in una risezione dell’intestino, un’operazione non molto rischiosa che però può portare però ad una serie di complicazioni. Che infatti sono arrivate. Due giorni dopo le dimissioni, il 26 novembre ha iniziato ad accusare febbre e dolori. Il 29 la situazione è precipitata ed è stata ricoverata d’urgenza all'ospedale di Dolo d'urgenza a causa di una emorragia. I medici hanno tentato di salvarla all'1,30 con un intervento chirurgico, ma il quadro clinico è precipitato e la donna alle 4,30 è morta. «Non sappiamo cosa sia successo» racconta disperato il fratello Angelo «Mia sorella aveva fatto tutti i controlli e non sembrava ci fossero delle controindicazioni per l’operazione». La famiglia pretende che venga fatta chiarezza sulla sua morte e se ci sono delle responsabilità, che emergano.

«Portava il sorriso e il buon umore nei reparti dove lavorava» racconta di lei Stefania Magagnin dell’Oic «si occupava dell’assistenza diretta degli ospiti. L’avevo assunta proprio io una decina d’anni fa. La mettevo a lavorare nei piani più difficili visto che aveva sempre la battuta pronta, portava gioia e riusciva a sdrammatizzare anche le situazioni più drammatiche. Faceva il suo lavoro con competenza e professionalità e con l’allegria che la rendeva benvoluta da tutti. Era anche riservata, molto interessata all’arte e alla cultura e le piaceva viaggiare». La Bresolato aveva vinto per due anni il premio letterario “Civitas Vitae”. Del suo lavoro Maria Grazia, in una intervista fatta proprio all’interno dell’Oic nella residenza Santa Chiara, parlava con toni entusiastici, parlando degli ospiti e dei suoi colleghi come di una “famiglia allargata”.

La sua salma è ora a disposizione dell’autorità giudiziaria visto che il magistrato potrebbe ordinare l’autopsia per cercare eventuali responsabilitàmediche legate al suo decesso. In teoria la mortalità connessa all’intervento del bypass gastrico è di circa lo 0,5 per cento. Il suo ricordo è stato scritto nel sito dell’Oic: «Le sue doti di serietà e professionalità sono fuori discussione, il contatto con le generazioni precedenti l’ha arricchita molto e lei voleva ricambiare questo amore ricevuto».

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