Napolitano incontra la Capua: «Fate valere le vostre ricerche»

Gli Stati generali della Cultura a Roma: c’è anche la virologa padovana, messaggera dell’appello al Presidente in difesa dei «cervelli». Il capo dello Stato: «Protestate»
Il Presidente della repubblica Giorgio Napolitano durante il suo intervento al convegno degli Stati Generale della Cultura a Roma, 15 novembre 2012. ANSA / MAURIZIO BRAMBATTI
Il Presidente della repubblica Giorgio Napolitano durante il suo intervento al convegno degli Stati Generale della Cultura a Roma, 15 novembre 2012. ANSA / MAURIZIO BRAMBATTI

ROMA. «Fate valere la vostra legittima preoccupazione, le vostre proteste con il massimo sforzo di razionalità e responsabilità perché solo così potremo portare la cultura avanti e il Paese fuori dalla crisi». E’ il messaggio del presidente della Repubblica, Giorgio Napolitano, che è intervenuto così agli Stati generali della cultura al teatro Eliseo a Roma. Una risposta all’appello alla difesa dei «cervelli» elaborato dai ricercatori, di cui portavoce è stata proprio Ilaria Capua, la virologa padovana al centro di una contesa in queste settimana per la burocrazia che impedisce il suo trasloco alla Torre della Ricerca.

Capua è stata scelta quale rappresentante, su scala nazionale, della cultura scientifica. L'incontro tra la ricercatrice “contesa” da Regione e istituto Zooprofilattico ed il Capo dello Stato serve anche a portare fino a Roma un caso che crea imbarazzo nelle istituzioni e che ha dato vita a una mobilitazione spontanea dell'opinione pubblica.

Il settore italiano della ricerca sta vivendo «un’emergenza che riguarda le nostre eccellenze scientifiche», perchè se anche la metà dei "cervelli" del Paese dovesse andare all’estero «l’Italia non si riprenderebbe più». È l’appello letto dalla Capua

La scopritrice del virus dell’influenza aviaria umana (H5N1), è lei stessa al centro in queste settimane di un caso emblematico: direttrice del dipartimento Scienze Biomediche dell’Istituto Zooprofilattico di Legnaro (Padova), era in procinto di trasferirsi con il suo gruppo di 70 ricercatori nei nuovi e più appropriati spazi della "Torre della Ricerca", edificata sempre a Padova dalla fondazione "Città della Speranza", con tanto di finanziamento della Regione Veneto. Ma per problemi burocratici, di "gelosie" istituzionali e forse anche di risorse, tutto è bloccato da qualche mese, mentre i grandi centri di ricerca internazionali farebbero ponti d’oro per avere la virologa italiana.

Capua ha riferito di non aver parlato nello specifico del proprio caso con il presidente Napolitano. «Depersonalizziamo il mio caso - ha detto la virologa - Se Ilaria Capua resta, ma altri 99 se ne vanno via dal Paese non abbiamo risolto nulla». «Oggi - ha spiegato - c’è in Italia un’emergenza che richiede di tutelare e aiutare i talenti ’generatì da eccellenze scientifiche italiane, che sono poi in grado di trovare da sole le risorse per lavorare». C’è insomma - ha insistito Capua - il problema di fare restare i ’cervellì che vivono e lavorano in Italia, «anche perchè il nostro Paese - ha proseguito - non è purtroppo in grado di attirare eccellenze scientifiche dell’estero».

«Io, come tanti altri ricercatori in Italia - ha affermato ancora la scienziata - è come spingessimo un po' un dinosauro in salita. Lo facciamo anche volentieri, ma se poi ci accorgtiamo che questo dinosauro ha anche il freno a mano tirato, beh, a tutto c’è un limite». Sulla sua vicenda, e sulla mobilitazione che c’è stata per farla restare a lavorare in Veneto, Capua si è detta ottimista. «Sono commossa di quanti si sono attivati per il mio caso. Io resto ottimista, sarei felicissima di continuare a fare ricerca in Italia e specie in Veneto, una regione che mi ha accolto benissimo. Ma alla fine saranno i fatti a parlare. Se tra sei mesi le cose saranno ancora così, allora non sarà valso a niente. Non ho mai detti di voler andare via, ma certo le proposte di lavoro dall’esterno non mi mancano».

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