Negozi chiusi il sabato al Centro Ingrosso Cina

PADOVA. Mentre i sindacati provano in tutti i modi a limitare le aperture di ipermercati, grandi magazzini e dintorni nei giorni festivi, a sorpresa i commercianti cinesi, detto fatto, il «giorno libero per restare con la famiglia», parole loro, se lo sono presi.
Ed è il sabato, quando il 90 per cento dei negozi interni al Cic (Centro Ingrosso Cina) in corso Stati Uniti, rimane chiuso. L’ha chiesto la maggior parte dei commercianti e, non dovendo rispondere a nessuno, la decisione è passata. Con tanto di annuncio e spiegazione diffusi via volantini distribuiti ai clienti del Cic: «Siamo chiusi tutti i sabato!!!», si legge in sette lingue, per primo il cinese. «Siamo aperti tutti gli altri giorni dalle 9 alle 20» l’avvertenza in basso e in fondo pagina, a caratteri belli vistosi: «We need family day!” ovvero «Chiediamo un giorno libero per restare con la famiglia!». Messaggio chiaro e sintetico. Verrebbe da pensare: ma come, tener chiusi i negozi proprio il sabato? Bizzarri questi commercianti cinesi. Invece, al contrario, la decisione è ponderata, motivata e oltremodo saggia.
«E’ vero che di sabato c’è più movimento ma la gente si muove per fare shopping non per acquistare all’ingrosso» racconta un ragazzo che lavora al Cic come dipendente, vive a Padova da quando era piccolo, parla un italiano perfetto e preferisce non comparire con il nome ché la comunità cinese non è nota per espansività; «E così succede che il sabato da noi arrivino sì tanti clienti ma quasi tutti per comperare al dettaglio, e invece qui non vendiamo pezzi singoli: nessuno più lo fa, a rischio di incassare tre euro e pagare multe salate». Non solo, negozi aperti di sabato al Centro commerciale cinese vuol anche dire nervi a fior di pelle: «Sono tanti i clienti che insistono per comperare al dettaglio», racconta sempre il giovane cinese, assunto con regolare contratto e che lavora cinque giorni alla settimana, «noi rispondiamo che non è possibile e loro insistono. Sono successe liti, sono volati insulti, i clienti italiani ci accusano di essere arroganti...».
Ma la proverbiale operosità cinese, quella da 24 ore al giorno, niente vacanze, orari illimitati? «Insomma, le cose non sono più così e forse non lo sono nemmeno mai state. Certo, se non hai da mangiare è un conto, quella è la priorità, ma se non è così, tutto il mondo è paese, e avere tempo per la propria famiglia è un cosa positiva». Il portavoce ufficiale dei commercianti dell’ingrosso cinese non si esprime né tantomeno commenta; fa solo sapere «non è un provvedimento definitivo». E intanto il sabato resta free.
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