Nel 1956 l’inizio della costruzione Primo forno in funzione dal ’59
MONSELICE. Italcementi ha messo piede a Monselice nel 1956, anno in cui sono cominciati i lavori di costruzione dello stabilimento di via della Cementeria. Due anni dopo è stato avviato il primo molino per la macinazione del cemento, mentre il 6 aprile 1959 è stato acceso il primo forno. È l’anno in cui inizia anche la coltivazione della cava di Monte Fiorin. Il secondo forno arriva nel 1963, il terzo nel 1978, assieme alla messa in esercizio della sala centralizzata che regola l’intero ciclo produttivo. L’anno dopo comincia l’attività estrattiva della cava vicentina di Orgiano. Gli anni Novanta e i primi del Duemila sono quelli della nuova bretella che collega la cementeria alla Sr 10 (1993), dell’ottenimento di numerose certificazioni ambientali, dei primi forum ambientali assieme al Comune. Dal 1996 al 2006 il gruppo bergamasco ha investito a Monselice oltre 47 milioni di euro per interventi mirati a migliorare gli aspetti ambientali. Ma dal 2010, anno in cui si contano 110 lavoratori diretti e una produzione di 2.500 tonnellate di clinker al giorno (oggi praticamente azzerata), l’epopea della cementeria monselicense comincia a percorrere una parabola discendente. È l’anno in cui Italcementi annuncia l’ormai noto progetto di revamping, un intervento di miglioramento e ampliamento dello stabilimento monselicense, che prevedeva investimenti per 160 milioni di euro anche per realizzare e un nuovo camino alto oltre cento metri. Il progetto è stato oggetto di aspre diatribe, alimentate soprattutto dai gruppi ambientalisti e dai Comuni di Este e Baone, che contro il revamping si sono mossi anche per vie legali. Lo scorso gennaio, dopo che l’azienda aveva annunciato di voler abbandonare Monselice, Italcementi ha confermato almeno altri due anni di vita per lo stabilimento, declassato comunque a semplice centro di macinazione. Promessa disattesa, visto l’annuncio ufficializzato ieri. (n.c.)
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