Nel cantiere di Spazio 35 nasce l’asilo per i profughi

Il centro San Gaetano ospita gli studenti di Iea Made e diventa luogo creativo L’architetto Narne e l’ingegner Zagallo inventano un modulo per le onlus

Spazi che si riempiono di idee che suggeriscono altri spazi. Soluzioni, invenzioni, elaborazioni. Metti trenta studenti di Ingegneria edile e architettura in un’aula-laboratorio, lasciali liberi di esprimersi, metti a loro disposizione il materiale: quello che ne vien fuori è un cantiere sempre aperto. Un mese e mezzo di rumore e voci di ragazzi e odore di legno che infine producono sedie mai viste prima, moduli di arredo, cubi dai più svariati usi e - dopo una casa del tè ispirata alla cultura giapponese - anche un modello di dispositivo architettonico per la prima accoglienza di mamme e bambini, per un’emergenza (ad esempio un terremoto) o per i migranti. Facile immaginarlo a Lampedusa, dove a donne e bambini manca uno spazio intimo e confortevole, ma anche in un centro d’accoglienza come quello di Bagnoli.

Il luogo in cui tutto questo avviene è quello dello Spazio 35, dentro il centro culturale San Gaetano di via Altinate. Era un’aula studio, la si usava poco, il Gabinetto del sindaco, con l’ok del commissario prefettizio, ha accolto la proposta dell’università e ha autorizzato la dinamica direttrice del centro, Roberta Strazzabosco, a concederlo al laboratorio Iea Made guidato dall’architetto Edoardo Narne, che nei fine settimana ci ha fatto anche un master sulle Forme dell’Abitare. I ragazzi hanno progettato e costruito modelli di dispositivi domestici, come uno studiolo del futuro. Intanto Narne, con l’ingegner Marco Zagallo - assegnatario di un finanziamento regionale - hanno elaborato questo modello di Child Friendly Space, che va immaginato in sostituzione dei container. Si monta in fretta, è tutto in legno, consta di quattro moduli con un’area libera al centro. «È come una casa tipica mediterranea, grazie ai tendaggi garantisce intimità o aperture all’incontro», spiega Narne. «È un po’ come un asilo, è un luogo accogliente. Costa 40 mila euro, l’abbiamo proposto a Save the Children ma anche ad altre onlus». Il modello costruito nello Spazio 35 già ieri è stato smontato. Il materiale sarà riutilizzato per dare corpo ai progetti degli studenti. Nasceranno così due blocchi di arredi che il Centro sistemerà a destra e a sinistra dell’ingresso laterale. Tanto si crea, nulla si distrugge in questo gioco di creatività che ha regalato 45 giorni di energia al San Gaetano. «Siamo tutti contenti», conclude Narne. «Noi abbiamo trovato uno spazio accogliente, il centro si è rivitalizzato e alla fine avrà un po’ di arredi in più».

Cristiano Cadoni

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