Nel giugno del 2018 l’orgoglio gay tornerà a Padova

A 16 anni dalla “prima”, a giugno manifestazione regionale Zan: «Legge contro l’omofobia e matrimonio ugualitario»

PADOVA. Sono trascorsi 15 anni da quando, nel 2002, la città fu invasa dal “Padova Pride”, il corteo per l’orgoglio e la visibilità delle persone Lgbti (lesbiche, gay, bisessuali, transessuali e intersessuali).

Quel serpentone colorato, gioioso e appassionato scosse i padovani e i loro pregiudizi. Richiamò un mare di studenti e di semplici cittadini convinti che i diritti civili misurino la civiltà stessa di una società.

A giugno dell’anno prossimo tornerà con altrettanto orgoglio e le associazioni promotrici ( Arcigay Tralaltro Padova, Coro Canone Inverso e Arcigay Vicenza 15 Giugno) invitano cittadinanza e associazioni ad una serata di presentazione martedì 7 novembre alle 19, alla sede di Arcigay, in Corso Garibaldi 41.

L’obiettivo è ribadire con forza che Padova oggi più che mai deve potersi dire laica, simbolo di cultura e apertura alle differenze.

Il Padova Pride racconterà, attraverso gli eventi che si svolgeranno in tutto il mese di giugno, il valore delle differenze che compongono la galassia Lgbti e quello che chiedono alla politica per la salute, l’identità, e la tutela da discriminazioni e omofobia.

«L’idea di portare a Padova il Pride il prossimo anno ci riempie di gioia e di entusiasmo», dichiara il portavoce Mattia Galdiolo. «Nonostante il cambiamento politico che la città ha visto con le ultime elezioni e l’approvazione delle unioni civili, è necessario che le tematiche Lgbti non vengano date per risolte e che la città stessa faccia una reale riflessione sulla sua capacità di inclusione e comprensione dell’altro. Oggi l’iniziativa nasce dalla necessità di portare la città a fare una riflessione sia sui temi che vedono direttamente coinvolte le persone Lgbti sia sui temi più ampi di libertà, laicità e autodeterminazione che riguardano tutti».

«Padova ha conosciuto, grazie al Pride, una stagione di rinascita, anche culturale», sottolinea il parlamentare Alessandro Zan che nel 2002 era il portavoce della manifestazione.

«Il Pride fece discutere tutta la città su un tema che non era ancora pienamente all’ordine del giorno e creava imbarazzi. Ricordiamo le fatiche di alcuni ad ammettere la propria partecipazione; gay e lesbiche ai margini dei marciapiedi, troppo spaventati per entrare nel corteo».

«Era una stagione di rottura, malgrado fossimo negli anni Duemila. Ma ricordiamo anche i fiori lanciati dalle finestre. L’edizione del 2018 sarà più consapevole e matura perché in questi anni i cittadini hanno potuto maturare le loro riflessioni sulle differenze e sulla loro accettazione».

«La legge sulle unioni civili ha fatto storia. Tuttavia c’è ancora una legge contro l’omofobia da approvare e dobbiamo puntare al matrimonio egualitario per la parità dei diritti. A Padova Giordani si è schierato da subito dalla parte dei diritti, sono dietro le spalle le brutte figure di Bitonci che ha cercato ancora di discriminare i gay facendoli sposare alle 7 del mattino nelle sale nascoste dell’Anagrafe, come segno di disprezzo».

La data della prossima edizione sarà stabilita in base a un calendario nazionale e in base alle disponibilità che saranno date dalle istituzioni competenti.


 

Argomenti:diritti civili

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