“Nel mio cuore come una ferita”, la mostra al San Gaetano di Padova
«Il campo di concentramento di Chiesanuova e l’opera di padre Placido Cortese» nella esposizione che costituisce un viaggio nella memoria, riflessioni e testimonianze sulla storia di un luogo e il suo impatto umano
Nell’ambito delle celebrazioni per l’80° del martirio del venerabile Padre Placido Cortese (1907-1944), nella sala “Spazio 35” del Centro Culturale Altinate/San Gaetano, via Altinate, 71 – Padova, è stata inaugurata e presentata al pubblico l'esposizione fotografico-documentaria: “Nel mio cuore come una ferita. Il campo di concentramento di Chiesanuova e l’opera di padre Placido Cortese": un viaggio nella memoria, riflessioni e testimonianze sulla storia di un luogo e il suo impatto umano.
L’esposizione, allestita nella sala Acquario del Centro Culturale Altinate/San Gaetano, rimarrà aperta al pubblico fino a domenica 16 febbraio 2025 e sarà visitabile tutti i giorni, escluso i lunedì, dalle ore 10:00 alle ore 19:00. L'ingresso è libero. Parallelamente alla mostra, il programma dell'evento prevede anche due incontri con il curatore, Antonio Spinelli, che si terranno nella sala Acquario:
- sabato 25 gennaio, dalle ore 11:00 alle 12:00
- sabato 8 febbraio, dalle 11:00 alle 12:00
La mostra è basata sulle approfondite ricerche d’archivio condotte in Italia e in Slovenia dal professore Antonio Spinelli e dalla dottoressa Maria Grazia Tornisiello, ed è una prima restituzione al pubblico di documenti e testimonianze storiche per lo più sconosciute ai padovani.
Un doveroso tributo alla memoria dei fatti accaduti nel campo di concentramento di Chiesanuova - diventato nel dopoguerra caserma “Mario Romagnoli”, poi dismessa nel 2009 -, e il giusto riconoscimento delle sofferenze di migliaia di internati, provenienti dalla ex Jugoslavia, nonché dell’opera di soccorso sostenuta in particolare da padre Placido Cortese, frate del Santo.
Il consigliere comunale Gianni Berno sottolinea: "Questa mostra nasce da una intuizione che parte dal territorio e dalla comunità di Padova Ovest che da tanti anni coltiva la memoria di monumenti e cippi, luoghi che richiamano figure importanti della nostra storia locale che si incrocia con gli eventi della grande e drammatica storia. Vogliamo ricordare che da molti anni il cippo di padre Cortese e il sito dell’ex campo di concentramento a Chiesanuova sono tappe di un itinerario della memoria che ogni 25 aprile tocca questi siti, spesse volte con il coinvolgimento delle scuole del territorio e di cittadini che non vogliono dimenticare questi fatti, queste persone per ispirare il nostro presente".
E ancora: “Confidiamo dunque che questa mostra, il libro che verrà pubblicato entro l’anno, siano un volano per far conoscere questo pezzo di storia di grande interesse e al contempo contribuisca a stimolare la finalizzazione di tracce di memoria nell’area della ex Caserma Romagnoli una volta recuperata alla città perché possa diventare un luogo di ispirazione, di cultura, di valori a disposizione della città e se vogliamo anche con un respiro internazionale dato che in quei luoghi sono transitate migliaia di persone e le loro storie”.
Il curatore Antonio Spinelli, commenta: “Il verso della poesia di Igo Gruden, scelto per il titolo della mostra, "Nel mio cuore come una ferita", è per noi oggi non solo il segno di una memoria che permane in chi l'ha vissuta, ma deve diventare un nuovo orizzonte conoscitivo per chi oggi la scopre.
La storia del campo di concentramento di Chiesanuova a Padova ha molto da dirci su quanto accaduto tra il 1942 e il 1943, sulle responsabilità italiane, su rastrellamenti, violenze, internamento, ma anche su chi non è rimasto indifferente, su padre Cortese e sulla rete degli aiuti."
Padre Giorgio Laggioni vicedirettore della Basilica di sant’Antonio conclude: “La mostra sul campo di concentramento di Chiesanuova e l'opera di Padre Placido Cortese, dal Santo arriva nel cuore di Padova, nella cornice prestigiosa e accogliente del Centro culturale di via Altinate, occasione ulteriore per i cittadini di conoscere una pagina ancora non del tutto esplorata e percorsa da acerbe sofferenze, per le quali sono doverosi il debito di un'adeguata memoria e il ricordo di chi, come il Venerabile Padre Cortese, si è prodigato per alleviarle senza quelle discriminazioni che invece hanno indotto altri a generare situazioni di grave disumanità”.
Riproduzione riservata © Il Mattino di Padova