Nello stabile occupato in arrivo due ristoranti La famiglia Vescovi spinge per lo sgombero in tempi rapidi Bressa: «Progetto in linea con la rigenerazione urbana»

l gramigna nell’ex caffè  Trattative in chiusura  
MARIAN-AGENZIA BIANCHI-PADOVA - EX VESCOVI OCCUPATA
MARIAN-AGENZIA BIANCHI-PADOVA - EX VESCOVI OCCUPATA

IL PROGETTO

Dove una volta c’era il Caffè Vescovi, oggi c’è il Gramigna, ma domani dovrebbero spuntare due ristoranti. Parliamo dello stabile tra via Vicenza e via Volturno, occupato sabato dal collettivo politico che ad aprile era stato sgomberati dalla mensa Marzolo. Domenica il prefetto Renato Franceschelli aveva annunciato l’evacuazione in tempi brevi, ma bisognava attendere comunque la denuncia da parte dei proprietari (arrivata ieri) per intervenire. L’iter però sarebbe già stato avviato, tant’è che la famiglia Vescovi, padrona della palazzina, è già entrata in contatto con l’amministrazione comunale per confermare la destinazione commerciale dello stabilimento (anche se per questioni urbanistiche risultano consentite tutte le destinazioni), dove fino al 2012 avveniva la torrefazione del marchio padovano di caffè poi venduto agli austriaci. Attualmente infatti Barbara Sensi Vescovi e il figlio Lorenzo sono in trattativa con due marchi della ristorazione per cedere in affitto i locali. La negoziazione è in fase di chiusura in un caso, e in stato avanzato nel secondo.

Proprio per il timore che il banco possa saltare, la famiglia spingerà affinché la soluzione con il Gramigna venga trovata a breve e si proceda con lo sgombero. «Noi siamo dalla parte della legalità e quindi auspichiamo una veloce soluzione», spiega Antonio Bressa, assessore al commercio che sta seguendo direttamente la partita dalla destinazione d’uso, «ma è ovvio che per quanto riguarda la nostra competenza vogliamo dare ai proprietari l’opportunità di rientrare in possesso dei locali, anche perché il loro progetto è perfettamente in linea con le nostre politiche di rigenerazione urbana e di riconversione di spazi industriali. Ci sono mille vie legali per le realtà che vogliono impegnarsi a Padova nell’utilizzo e animazione di spazi e strutture pubbliche, ma l’occupazione abusiva di spazi privati non può invece mai essere consentita. Confidiamo di poter a breve permettere la vera rinascita dell’edificio per la quale eravamo già al lavoro insieme agli architetti incaricati dalla proprietà».

Lo storico immobile sito in via Vicenza, per volontà testamentaria di Armando Vescovi, appartiene alla moglie Barbara Sensi e al figlio Lorenzo Vescovi, ed è stato sede della torrefazione fino al 2012, anno in cui l’altro figlio Filippo ha ceduto l’attività agli austriaci. Sabato all’alba gli attivisti del Gramigna hanno occupato l’ex stabilimento del Caffè Vescovi, scelto non a caso visto che è a due passi dal centro storico, da porta Savonarola e dall’ingresso della città. Dal canto loro i militanti sono a lavoro per sistemare lo stabile e iniziare le attività: «Anche oggi continuano i lavori di pulizia e risistemazione al Cpo Gramigna», scrivono sulla loro pagina Facebook, sulla quale da sabato pubblicano foto delle condizioni dell’edificio: «Lo spazio è enorme e anni di abbandono ci costringono a dover fare tanto lavoro e manutenzione, ma intendiamo mettercela tutta per rendere questo spazio vivibile e vitale il prima possibile». —

Luca Preziusi

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