Neonato muore dopo un giorno di vita

Sospetta infezione contratta nelle ultime fasi del parto, la denuncia dei genitori: inchiesta aperta in procura

Da protagonisti di un sogno a vittime di un incubo. Dal miracolo della vita all’orrore della morte. Dalla gioia per aver dato alla luce un bambino allo strazio di dovergli dire addio dopo nemmeno 24 ore. Vincenzo Di Marzo e Alice Pagliotto, 30 anni entrambi, residenti in via Forlanini a Chiesanuova, hanno dovuto salutare il loro piccolo Alberto solamente un giorno dopo la nascita: nato il 14 aprile alle 13.33, morto il 15 aprile alle 9.50. I due giovani genitori hanno presentato denuncia ed è stata aperta un’inchiesta in procura.

La gravidanza

Lui è originario di Caserta ma abita a Padova fin dall’adolescenza, lei invece viene da Merlara. Si sono fidanzati poco più che diciottenni e, quando hanno trovato la sicurezza di un lavoro, è iniziata la convivenza. Dopo anni e anni insieme, avevano deciso di costruire una famiglia. L’anno scorso Alice ha scoperto di essere incinta. Una gravidanza abbastanza tranquilla la sua, ad eccezione di un breve ricovero nel mese di gennaio. A causa di un forte dolore alla pancia, è stata trattenuta qualche giorno in Clinica ginecologica e da quel momento è stata seguita direttamente dalla dottoressa Silvia Visentin.

Il parto

Il piccolo Alberto sarebbe dovuto nascere il 24 aprile. Il 14 aprile, però, Alice Pagliotto è stata ricoverata ancora una volta in clinica. Aveva la febbre alta, stava male. I medici hanno deciso di accelerare i tempi e così nel primo pomeriggio è entrata in sala parto. Alberto è nato alle 13.33 con un taglio cesareo. Subito però è stata rilevata una patologia neonatale che l’ha fatto finire in terapia intensiva. I medici si sono resi conto che il bimbo aveva contratto un’infezione, dovuta molto probabilmente all’ingestione di liquido amniotico contaminato dalle feci. La pressione era bassa e per questo è stato utilizzato un macchinario per l’ossigenazione extracorporea. Alberto è stato tenuto sotto osservazione tutta la notte e lo staff della Clinica ginecologica ha tentato il tutto per tutto ma la situazione, purtroppo, è risultata gravemente compromessa. Alle 9.50 del giorno successivo il bambino è morto.

La denuncia

Alice Pagliotto è rimasta ricoverata in ospedale fino a mercoledì, giorno in cui insieme al compagno Vincenzo Di Marzo ha deciso di sporgere denuncia. I due si sono presentati al posto di polizia dell’ospedale e hanno firmato una dettagliata denuncia in cui sono state indicate tutte le fasi del parto e tutti i medici con cui la ragazza è venuta a contatto nell’arco dei nove mesi. È stata richiesta l’autopsia, esame eseguito esattamente il giorno successivo. Il dubbio è che il piccolo Alberto sia stato ucciso da una grave setticemia ma la certezza ci sarà solamente con l’esito degli esami svolti in Medicina legale. La denuncia è stata subito trasmessa in procura ed è stata presa in carico dal pubblico ministero di turno Marco Peraro. In un caso così eclatante, la prima cosa che l’autorità giudiziaria cercherà di chiarire, è se ci sia stata o meno una colpa medica. Se vi sia quindi una responsabilità diretta da parte dei medici della clinica diretta dal professor Giovanni Battista Nardelli. Era possibile evitare l’infezione? A cosa è stata dovuta l’ingestione del liquido amniotico? C’era modo di accorgersene in tempo utile? Sono molte le domande affollano la testa dei due giovani genitori, a queste cercherà di dare una risposta l’autorità giudiziaria.

@enricoferro1

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