Neonato rischia l’asfissia Lo salvano congelandolo

CAMPODARSEGO. Rischiava di morire per asfissia: un neonato di Campodarsego è stato salvato con la tecnica della ipotermia pratitatagli all’ospedale San Bortolo di Vicenza. Il piccolo Davide è già tornato a casa e sta bene. Ma per i genitori sono stati giorni di grande apprensione. Era venuto alla luce un mese fa all’ospedale di Camposampiero, pesava 3,8 chili. È nato di notte e, per le complicanze del parto, ha accusato sin dai primi istanti di vita importanti problemi respiratori. «Può capitare, nei parti prematuri, anche se in casi rarissimi. Si chiama asfissia neonatale. Se prolungata, causa danni principalmente neurologici», spiega il direttore generale dell’Usl 15 Francesco Benazzi. «In questo specifico caso, secondo quanto appurato dal primario di patologia neonatale Marco Filippone, si è trattato di una lieve asfissia, il bambino aveva un po’ più di difficoltà a respirare». I medici, tuttavia, lo hanno visto diventare cianotico e non hanno perso tempo, intubandolo e rianimandolo. Di fronte alla sofferenza cerebrale, che rischiava di avere gravissime conseguenze neurologiche, i medici camposampieresi, senza esitazione, hanno deciso di trasferire Davide in un centro specializzato. «Per tranquillità del clinico il neonato è stato inviato in un centro di riferimento, la terapia dura tre giorni e consiste nel sottoporrei il paziente a ipotermia», dice Benazzi. Ottenuta la disponibilità del San Bortolo, Davide è stato caricato su un’ambulanza del Suem di Camposampiero e trasferito a Vicenza, dov’è arrivato ad appena 4 ore dalla nascita, e accolto nel reparto di pediatria diretto dal dottor Massimo Bellettato.
Davide non era l’unico mini paziente: nello stesso reparto ci sono altri 5 bambini prematuri, che pesano meno di un chilo. Il piccolo Davide è stato immediatamente sottoposto al trattamento di ipotermia, che rallenta tutto il metabolismo facendo diminuire il consumo di ossigeno. «Per essere efficace, questo trattamento deve iniziare entro 6 ore dalla nascita», spiega Bellettato. «Durante la terapia abbiamo monitorato continuamente il bambino per controllare gli eventuali effetti negativi sui parametri vitali e la funzionalità cerebrale». Il cervello di Davide ha reagito favorevolmente alla terapia, lo ha confermato la risonanza magnetica a fine trattamento, che attesta l’integrità delle funzioni neurologiche. Per Bellettato e il suo staff, che praticano l’ipotermia dal 2011, un altro successo. «La media nazionale di mortalità per asfissia neonatale è del 40%, la nostra è del 20%, la metà, e riguarda i casi di bambini che arrivano da fuori Vicenza e già hanno subito lo stress del trasporto», afferma Bellettato. «In più, dei sopravvissuti, quasi tutti sono guariti completamente senza esiti neurologici a distanza». Per Davide la vita ricomincia. Il piccolo ha recuperato in fretta, nutrendosi prima artificialmente, poi col latte della mamma. E dopo 10 giorni di degenza ha varcato la soglia della sua casa di Campodarsego, dove crescerà coccolato dai genitori e, soprattutto, sano.
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