Niente più carcere per Eddy Gashi Abiterà in una casa Ater

stanga. Delinquente patentato, almeno stando al curriculum. Eddy Gashi, 26 anni, sta scontando una condanna a 5 anni, 8 mesi e 18 giorni per associazione a delinquere finalizzata a reati contro il patrimonio (furti e, rapine e ricettazione): faceva parte della banda del campo nomadi con sede in via Longhin, organizzata secondo una struttura piramidale e capeggiata da Antonio “Totti” Brajdic, formata da “ufficiali” e gregari ciascuno con il proprio ruolo. Il 18 aprile 2015, al termine di un rito abbreviato che prevede lo sconto di un terzo della pena, il gup Lara Fortuna aveva comminato 60 anni e 6 mesi complessivi a 15 ex adepti della gang, tra cui Eddy (il padre Lufty aveva scelto il processo ordinario).
A tre anni di distanza, il tribunale di Sorveglianza ha concesso l’affidamento in prova al giovane, già pregiudicato per indebito utilizzo di carte di credito e per essere sfuggito in auto a un controllo di polizia (era senza patente e si era poi scontrato con una pattuglia). Niente più carcere. Ma dovrà lavorare nella coop Solidalia a Vigonza, rispettando una serie di prescrizioni, tra cui l’obbligo di provvedere al mantenimento dei figli, l’avvio di un percorso terapeutico per controllare l’abuso di alcolici e il “vizio” del gioco d’azzardo e il divieto di frequentare pregiudicati.
Libertà di movimento solo nella provincia di Padova. E la casa? Andrà a vivere in un appartamento di un condominio dell’Ater in città. Un appartamento al primo piano che l’ente (oggi Azienda territoriale per l’edilizia, un tempo Istituto autonomo case popolari) ha concesso in locazione a don Albino Bizzotto per l’associazione Beati i costruttori di pace. Quell’alloggio era stato concesso al padre Lufti (condannato a 3 anni e 4 mesi sempre per “l’operazione zingari brillanti” che aveva sgominato la banda del campo in via Longhin) e alla madre Katiuscia Stoiko (Eddy è il primogenito di dieci figli) sostenuti da Beati i costruttori. Il padre ha incassato 300 euro al mese tra settembre e dicembre come contributo dal Comune e la madre è titolare di una carta acquisti sperimentale rilasciata pure dal Comune.
La Sorveglianza ha considerate buone le valutazioni dell’équipe del carcere dove Eddy Gashi è rimasto recluso: sta frequentando Ragioneria, ha partecipato a varie attività e un tirocinio confluito in un’assunzione a tempo pieno da parte della coop Giotto per lavorare in un call center. Così dopo una serie di permessi premio è arrivata la misura alternativa. E il primo assaggio di quasi libertà. —
Cristina Genesin
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