No dei venetisti al 150º dell'Unità d'Italia

Quaglia scrive «al signor Napolitano, da Presidente a Presidente» Il prefetto di Padova: «Talmente ridicoli che non vanno considerati»
«LE AUTORITÀ». Daniele Quaglia «presidente del parlamento veneto» assieme ad Alberto Gardin (a destra) a suo dire «capo del governo»
«LE AUTORITÀ». Daniele Quaglia «presidente del parlamento veneto» assieme ad Alberto Gardin (a destra) a suo dire «capo del governo»
 
CAMPODARSEGO.
Non solo carta d'identità veneta, patenti venete e proclami. Gli indipendentisti hanno perfino scritto al presidente della Repubblica, Giorgio Napolitano. Tre fogli fitti per contestare le celebrazioni del 150º dell'Unità d'Italia.  «Signor Napolitano - recita la missiva che Daniele Quaglia firma come "presidente dell'autocostituita assemblea del popolo veneto" -, Le scrivo da Presidente a Presidente, da pari a pari, con doveroso rispetto e sincera franchezza Intendo manifestarLe tutta la mia sconcertata disapprovazione per il metodo adottato dalle istituzioni italiane... Viene imposto anche a noi Veneti di celebrare il 150º dell'Unità!».  «Non sarò sicuramente io - continua Quaglia - il primo a farLe notare che le Venethie sono state annesse nel 1866 in maniera truffaldina».  E passa quindi a elogiare la ultramillenaria storia del Veneto e a parlare della questione economica. «L'allora Stato più debitoso d'Europa, il Regno d'Italia, impossessatosi delle Venethie ha da subito imposto una tassazione che trasformava il cittadino in uno schiavo dello Stato. E dopo 150 anni di unità, lo Stato italiano si ritrova con una tassazione reale fra le più alte al mondo e un debito pubblico mostruoso che molto probabilmente è secondo solo a quello degli Usa. Io penso che siano da festeggiare soltanto le cose belle, non di certo le disgrazie. In questo senso proporrò al Popolo Veneto di festeggiare il 2011 come il 145º della nostra ultima vittoria militare di terra, vale a dire Custoza e dell'ultima vittoria per mare della Flotta Veneta a Lissa».  Ma i venetisti sono un pericolo per l'Italia? Il prefetto Sodano ieri li ha bollati così: «Sono dei burloni. Secondo me sono talmente ridicoli che non vanno nemmeno considerati».

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