Misure anti-nomadi alla Stanga, divieto di parcheggio ai mezzi di oltre 5 metri
La decisione dell’amministrazione di Padova. L’assessore Bonavina spiega: «Era diventata ormai una situazione intollerabile, tante segnalazioni di accampamenti di camper in strada»
Sono partite le misure antinomadi alla Stanga. Dopo le diverse segnalazioni arrivate alla polizia locale soprattutto verso la fine dell’anno e nei primi giorni del 2025, l’amministrazione ha vietato il parcheggio ai mezzi di misure superiori ai 5 metri.
Con un’ordinanza dirigenziale, richiesta al settore Mobilità direttamente dalla centrale operativa del comando della municipale, firmata quindi dal capo settore ad interim Matteo Banfi, senza citare la motivazione (e quindi la presenza di nomadi e dei loro camper/roulotte), si proibisce la sosta di veicoli di dimensioni superiori a quelli previsti nelle strisce blu.
A confermare che si tratta di una scelta dell’amministrazione per tenere lontani i nomadi dalla Stanga, nonostante non siamo nominati nel provvedimento, è l’assessore alla sicurezza, Diego Bonavina: «Era diventata oggettivamente una situazione intollerabile», spiega, «e quindi abbiamo pensato di intervenire inizialmente così, monitorando comunque la situazione. In queste ultime settimane abbiamo ricevuto decine di segnalazioni legate alla presenza di gruppi di persone che si accampavano con i loro camper nei parcheggi presenti in queste strade. Una situazione che ha creato disagi tra chi abita nel quartiere, costringendoci quindi a prendere dei provvedimenti».
L’ordinanza sarà applicata nelle vie: colonnello Giuseppe Edoardo Arimondi, colonnello Tommaso De Cristoforis, colonnello Vittorio Dabormida, Giovanni Nicotera, Martiri Giuliani e Dalmati, Giuseppe Andreoli e in via Luciano Manara.
Istituisce il divieto di sosta permanente con rimozione coatta dei veicoli o complessi di veicoli lunghi più di 5 metri qualora dovessero sostare in quelle strade della Stanga.
A incalzare l’amministrazione era stato anche Luigi Tarzia, che da capogruppo del Misti e soprattutto da esponente del comitato del quartiere (le sue battaglie sono iniziate all’epoca di via Anelli, nei primi anni del Duemila) aveva più volte segnalato la presenza di nomadi accampati in strada, raccogliendo le testimonianze dei residenti.
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