Non riuscì a soffiare sull’etilometro, assolto: «Asma e cirrosi, non poteva»

Il 76enne della Bassa Padovana fermato per un controllo aveva provato il test sei volte senza riuscirci. E’ stato prima condannato e poi assolto

Un anziano fermato per un controllo non è riuscito a soffiare sull'etilometro (foto Archivio)
Un anziano fermato per un controllo non è riuscito a soffiare sull'etilometro (foto Archivio)

Era chiamato a rispondere del reato di guida in stato di ebbrezza e, in particolare, la sua condotta era stata equiparata a quella di chi si sottrae al controllo con l’etilometro.

Questo perché il 76enne della Bassa Padovana, fermato per un controllo nel 2023 dai carabinieri della Compagnia di Este e sottoposto al test dell’etilometro, visto lo stato in cui, secondo le contestazioni, si trovava, non riuscì a eseguire nessun “soffio” valido. Per ben sei volte, secondo la ricostruzione dei fatti operata dai carabinieri, avrebbe tentato, senza mai, però, ottenere un “soffio” che potesse essere analizzato dal dispositivo.

Il procedimento penale, una volta avviato, sulla base della notizia di reato dei carabinieri, ha fatto il proprio corso, culminando in un decreto penale di condanna da 4200 euro.

L’opposizione alla condanna

L’imputato, però, difeso dall’avvocato Francesca Bonafin del foro di Rovigo, ha deciso di opporre quel decreto, sottoponendosi a un processo e chiedendo di potere accedere al rito abbreviato. Una forma che prevede, per chi la sceglie vi viene ammesso, uno sconto di pena, in caso di condanna, pari a un terzo del totale. L’udienza è stata celebrata ieri, di fronte al giudice per le udienze preliminari del Tribunale di Rovigo.

La difesa, in particolare, ha sottolineato che l’imputato «è affetto da broncopneumopatia cronica ostruttiva, asma permanente e cirrosi permanente, che hanno influito sulla corretta effettuazione dell’alcool test e, quindi, sull’esito degli accertamenti».

L’assoluzione

Il tutto, sostenuto dalla produzione della documentazione del caso. All’esito della discussione, il giudice ha disposto una assoluzione perché “il fatto non sussiste”, riconoscendo, quindi, come la condotta dell’anziano non fosse in alcun modo mirata a evitare l’accertamento del tasso alcolemico, ma dipendesse, piuttosto, da patologie conclamate.

La vicenda, comunque, avrà un epilogo in sede amministrativa, una volta chiusa la parentesi penale.

Questo alla luce della sintomatologia che, comunque, venne riscontrata al momento del controllo e descritta dai carabinieri come “alito vinoso, occhi lucidi e arrossati, precario equilibrio, difficoltà motoria e andatura barcollante”. Impossibile però per lui riuscire a soffiare nello strumento la quantità d’aria necessaria. —

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