Non violentò la colf, Gallo è stato assolto

PERNUMIA. Era finito sul banco degli imputati con l’accusa di aver violentato la domestica, un’italiana cinquantenne di Pernumia. Il 2 novembre scorso la procura di Padova aveva chiesto la condanna a...

PERNUMIA. Era finito sul banco degli imputati con l’accusa di aver violentato la domestica, un’italiana cinquantenne di Pernumia. Il 2 novembre scorso la procura di Padova aveva chiesto la condanna a sette anni; ieri, invece, Agostino Silvestro Gallo, 63 anni, residente sempre a Pernumia, è stato assolto con formula piena perché “il fatto non sussiste”. A difenderlo l’avvocato Alessandro Luciano. La signora si era costituita parte civile con l’avvocato Pierluigi Tornago. La donna aveva denunciato Gallo dal quale era stata assunta per svolgere i lavori domestici. Ma, secondo il racconto della “parte offesa, Gallo avrebbe preteso da lei ben altro. Così tra l’1 e il 31 dicembre 2010 sarebbero avvenute le violenze: due gli episodi contestati; nel secondo si sarebbe verificato un vero e proprio stupro al quale la donna non avrebbe reagito perché colpita da attacchi di panico e da stato d’ansia. Tuttavia il difensore, l’avvocato Luciano, ha depositato in tribunale una serie di tabulati e tra i due sono emersi contatti (sia telefonici sia via sms) precedenti e successivi ai fatti contestati. Non solo. Anche il giorno di una delle due presunte aggressioni sono stati scambiati tra Gallo e la signora almeno una decina di messaggi. In più, esaminando la documentazione clinica della cinquantenne, la consulente tecnica dell’imputato – la dottoressa Silvia Tambuscio – ha smentito che la “vittima” potesse essere affetta da stato d’ansia e da attacchi di panico. E ha rilevato come le precarie condizioni di salute di Gallo (operato di ernia del disco e al tunnel carpale nonché affetto da ipofunzionalità degli arti inferiori e superiori) siano incompatibili con la dinamica delle aggressioni. L’avvocato Luciano ha pure precisato che tra i due c’era una conoscenza e ci sarebbero stati solo un paio di rapporti consenzienti, preannunciando una contro-denuncia per calunnia.

Cristina Genesin

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