Notai, redditi da 70 mila euro la professione non attira più

Chi si sarebbe azzardato fino a qualche anno fa a chiedere uno sconto al notaio? Solo qualche temerario. Ora con la crisi, che ha toccato quasi tutte le categorie, la situazione è cambiata e anche i notai si sono dovuti adattare a ricevere persone che chiedono un preventivo e in qualche caso lo confrontano con altri professionisti. Se a questo si aggiunge che le pratiche notarili si sono abbassate drasticamente di numero (le competenze diminuite) e che da qualche anno sono aumentate le sedi notarili, ossia il numero di professionisti sul territorio, il quadro è completo anche nella nostra provincia. Parlare di crisi per le loro tasche è un azzardo ma parecchi hanno rivisto le loro spese e sicuramente il tenore di vita, sempre spiacevole quando bisogna abbassarlo. Il reddito medio nazionale nel giro di pochi anni è sceso da 200 mila euro lordi a circa 70 mila (anche se questo valore è valido per non più del 75 per cento dei professionisti): si tratta di un importo a detta dei vertici del Distretto notarile di Padova aderente anche alla nostra provincia. La differenza di reddito è evidente, anzi un abisso, tra i giovani e gli affermati. Non va dimenticato che i notai sono esattori di imposte per lo Stato e nell’importo totale della fattura il loro compenso è una parte marginale.
Attualmente nel Padovano ci sono 100 sedi notarili, 50 in città e altrettante in provincia. In questi giorni ci sono 19 sedi vacanti (13 a Padova e 6 nel resto della provincia). Si tratta di casi dove il notaio o è andato in pensione o è mancato. Nel giro di due anni queste sedi verranno tutto coperte con concorsi ad hoc e solitamente le sedi esterne, nei paesi vengono occupate per prime. La precedenza viene data ai trasferimenti, ossia a chi occupa già una sede e vuole trasferirsi. Se i posti non vengono occupati tornano a concorso come prima nomina.
Evidentemente anche per tutte le motivazioni anzidette c’è crisi di vocazione per il lavoro notarile. Se qualche decennio fa c’erano 1.200 praticanti, adesso ce ne sono un terzo. Tra una cosa e l’altra si inizia a lavorare dopo 5 anni dalla laurea - non sono pochi - e gli stipendi da nababbi sono un miraggio.
La Scuola Notarile di Padova (che si frequenta per prepararsi all’esame di Stato che non è certo una passeggiata) è passata da 100 iscritti degli anni d’oro a qualche decina. Nel Padovano il 18 per cento dei notai ha il padre che fa o che faceva lo stesso lavoro, anche se, ammesso che ceda lo studio al figlio, quest’ultimo deve comunque superare l’esame. Negli ultimi concorsi oltre il 50% dei vincitori sono di sesso femminile.
«A causa del crollo del mercato immobiliare il volume di lavoro ha avuto nella provincia di Padova se confrontiamo l’anno peggiore (2012) rispetto all’anno migliore (2006) una contrazione di circa il 50%» sottolinea Roberto Agostini, fino a pochi giorni fa presidente del Consiglio Notarile di Padova e ora sostituito da Lorenzo Todeschini. «Dal 2013 stiamo assistendo ad un lento miglioramento medio di circa il 5% annuo. Per effetto di recenti interventi legislativi il numero dei notai è stato aumentato di circa il 20%. A riguardo va doverosamente sottolineato che il numero controllato delle sedi notarili è giustificato dalla necessità del rigido e costante controllo dello Stato che tramite l’Archivio Notarile ogni 2 anni effettua l’ispezione - controllo di validità - di tutti gli atti di ciascun notaio e tramite l'Agenzia delle Entrate ogni 4 mesi verifica la regolare versamento delle imposte di cui il notaio è esattore per conto dello Stato. Ci sono state delle sottrazioni di competenze, quali, ad esempio, le autentiche per i passaggi delle auto, per altro, senza alcun risparmio per l'utente finale e con un aumento preoccupante del numero delle frodi».
Una parola va spesa per il sistema mutualistico dei notai, molto solidale che non prevede diversità di pensione basate sul reddito, ma solo sull’anzianità di lavoro. In media ci sono pensioni che variano da 3.500 a 3.800 euro netti mensili, che intasca sia chi ha guadagnato 50 mila euro l’anno sia che chi ne ha intascati 500 mila. In passato la Cassa notarile pagava anche 20 milioni di lire annui solo per mantenere lo studio aperto, ora certe elergizioni sono diventate rare.
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