Nuovi vaccini Covid in Fiera a Padova. «Partiamo subito con terze e quarte dosi»

«Niente prime dosi: antigene sufficiente solo per risvegliare la risposta immunitaria»

Simonetta Zanetti

PADOVA. Il nuovo vaccino contro il Covid, il primo formulato sia sul ceppo originario di Wuhan che sulla variante Omicron (BA.1) verrà somministrato già da oggi, 11 settembre, in Fiera. «È arrivato un numero di dosi consistente, ora vediamo come andrà alla prova reclutamento» esordisce direttore del Dipartimento prevenzione dell’Euganea Luca Sbrogiò «speriamo che convinca gli scettici a fare il richiamo».

Venerdì 9 settembre in Azienda Ospedale Università sono arrivate 74.880 dosi in 12.400 flaconi, che verranno distribuite tra Usl 6, Azienda Ospedale Università e Iov. «Il nuovo vaccino verrà somministrato a quanti si erano già prenotati per la terza e quarta dose» prosegue Sbrogiò «mentre i “vecchi” vaccini verranno usati solo per chi deve ancora iniziare il ciclo primario e per chi chiederà espressamente di utilizzarli anche per il booster».

L’Usl 6 non somministrerà invece il bivalente a chi non ha completato il ciclo primario: «Questo nuovo vaccino» chiarisce il medico «non è indicato per le prime dosi poiché ha un antigene più basso e quindi sufficiente solo a risvegliare la risposta immunitaria in chi ha già una memoria cui attingere».

Come detto, l’obiettivo delle aziende sanitarie è allargare innanzitutto la platea di over 80 coperti, raggiungendo anche fragili, over 60, sanitari, ospiti delle case di riposo e donne in gravidanza. Prevista, inoltre, la possibilità di fare la terza dose anche ai bambini al di sopra dei 12 anni.

La performance estiva dell’Usl 6 ha visto la somministrazione di 51.500 dosi dal primo giugno al primo settembre, con una copertura del 43,5% tra gli over 80 – «soddisfacente e superiore alla media nazionale» – e del 19,7% tra gli over 60. «Come avevamo previsto, il 15 agosto si è conclusa l’ondata estiva di Omicron BA.5» prosegue «in linea con quanto successo in Portogallo, dove il contagio si era esaurito in un paio di mesi. Ora siamo tornati ai livelli precedenti il picco estivo. Né ci son particolari segnali di preoccupazione, tuttavia, di fronte a un virus che ha questi segnali di vivacità evolutiva, è importante immunizzarsi, e il vaccino funziona molto bene».

L’11 settembre, quando è prevista anche l’apertura di nuove prenotazioni, si parte quindi in Fiera, mercoledì toccherà al centro vaccinale di Camposampiero, giovedì a Este e sabato a Monselice. Sempre lunedì è prevista la prima somministrazione nella casa di riposo di Lozzo Atestino. «Nei prossimi giorni, verranno riforniti anche medici di medicina generale e le farmacie» chiarisce Sbrogiò.

IL NODO DELL’INFLUENZA

«Ora l’altra partita importante che ci attende è quella dell’influenza» sostiene il direttore del Dipartimento di prevenzione «è in programma una riunione con la direzione sanitaria per vedere come organizzarci, contando sulla forte collaborazione dei medici di medicina generale che sull’antinfluenzale sono un punto di riferimento, oltre che sulle farmacie».

Sul tavolo, l’ipotesi di unire le somministrazioni dei due vaccini: «La vaccinazione antinfluenzale dovrebbe partire ai primi di novembre» prosegue «a quel punto vorremmo riuscire a organizzare le due somministrazioni in una sola seduta, ferme restando le due iniezioni. Vedremo come organizzarci in modo da fornire il servizio sia dal medico di famiglia che in Fiera».

PIANO PANDEMICO E CENTRI VACCINALI

L’Usl 6 è al lavoro anche sul “PanFlu”, ovvero il piano pandemico che dovrà essere redatto entro il 31 dicembre con le principali azioni per fronteggiare una eventuale pandemia influenzale o causata da virus respiratori altamente trasmissibili e ad alta patogenicità: «Stiamo predisponendo una macchina che ci consenta di gestire efficacemente qualunque evenienza di fronte a una nuova minaccia» spiega Sbrogiò, responsabile della stesura del piano «e questo significa attivare l’organizzazione di ospedali, distretti e servizio di prevenzione, coordinando tutte le realtà del territorio».

In questo scenario rientra anche l’ipotesi di una rivisitazione dei centri vaccinali: «Alla luce del piano pandemico stiamo ragionando anche sul tipo di prevenzione che andremo a organizzare» aggiunge Sbrogiò «e stiamo considerando di dotarci di centri vaccinali stabili a Este, Monselice e Camposampiero. Questo non significherebbe lasciare delle cattedrali del deserto, ma avere strutture flessibili in cui trasferire servizi di attività ordinaria, mantenendo ad un tempo delle linee per l’eventuale vaccinazione di massa. Ma si tratta di ragionamenti a medio termine». Dopodiché si apre la partita del padiglione 6, nato con una vocazione diversa, e destinato alla vaccinazione fino al 31 dicembre. Poi si vedrà: a questo punto nulla è escluso. «Per noi è stato una benedizione e in questi anni è diventato un punto di riferimento della sanità pubblica» commenta Sbrogiò.

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