Nuovo forno crematorio per città e Cintura

Mazzetto, Venuleo e Littamè denunciano: «Enorme spreco di denaro»
CIMITERO MAGGIORE L’edificio che ospita due forni crematori I consiglieri della Lega contro il sistema
CIMITERO MAGGIORE L’edificio che ospita due forni crematori I consiglieri della Lega contro il sistema
 Pronti a servire anche le esigenze dei Comuni della cintura. La partita sui due nuovi forni crematori, previsti da anni ormai al Cimitero Maggiore di via Chiesanuova, sembra essere avviata ad una conclusione. «I vertici di Aps mi hanno assicurato che saranno in funzione per il mese di ottobre - spiega l'assessore alla Politiche cimiteriali Silvia Clai - potremmo finalmente sostituire i due attuali, di capacità minore, che funzionano ormai a turno». Un'opera da quasi tre milioni di euro, con Aps che si rivarrà gestendo, attraverso la controllata Opere e Servizi, la cremazione per 20 anni.  Un fenomeno sempre in aumento: ormai più di 4 persone su 10 scelgono questo tipo di addio. Anche negli altri Comuni, che spesso chiedono a Padova di poter usare i forni. «Se attualmente riuscivamo a coprire solo le nostre esigenze (1500 l'anno, fra cremazioni dopo funerale e quelle da esumazione), da ottobre arriveremo ad una capacità di cremazione superiore ai 4 mila l'anno, rispondendo anche alle richieste della provincia». Oltre ai forni sarà costruita anche la moderna sala del commiato: ora per le ceneri ci vuole almeno un giorno, da ottobre basteranno due ore. Sulla questione va all'attacco la Lega, con i tre consiglieri, Mario Venuleo, Luca Littamè e Mariella Mazzetto. «Il Comune concede ad Aps per 20 anni le cremazioni, e poiché l'investimento si ripaga calcolando una media di 4 mila cremazioni all'anno l'Amministrazione Padovana a versare la differenza all'azienda».

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