Nuovo ospedale di Padova, ecco la tempistica. Con l'incognita Regionali 2020

PADOVA. Il sentiero è tracciato. Le tappe fissate sembrano alla portata; ostacoli, incognite e sorprese come sempre dietro l’angolo. Ma il comitato permanente che riunisce esponenti di Comune, Provincia, Regione, Università e Azienda ospedaliera ha messo nero su bianco il cronoprogramma che segna i principali passaggi per arrivare al concorso per la progettazione del nuovo polo sanitario di Padova, nelle due sedi del Giustinianeo e di Padova Est. Un documento che sarebbe stato illustrato e quindi condiviso in una riunione tenutasi sotto la canicola agostana. E che ora inchioda tutte le parti in causa ai propri compiti e a scadenze precise.
La prima scadenza è quella di fine novembre, data entro la quale deve essere formalizzato di fronte al notaio il passaggio delle aree di San Lazzaro dal Comune di Padova all’Azienda ospedaliera. Un passaggio formale, tutto sarebbe pronto, nessun ostacolo all’orizzonte. Si tratta di 526 mila metri quadrati che il Comune cede a titolo gratuito ma con una clausola di salvaguardia. Si tratta, infatti, di una cessione gratuita “dedicata”: se entro tre anni non ci sono basi concrete per il nuovo ospedale, l’area torna a palazzo Moroni. Una scelta che, oltre che monito alla responsabilità, punta a mettere al riparo l’Amministrazione comunale da eventuali contestazioni della Corte dei conti.
Sia l’area di via Giustiniani dove sorge l’Azienda ospedaliera, sia quella di Padova Est dove dovrà sorgere il nuovo ospedale, necessitano di una variante urbanistica. La prima era inserita in un piano particolareggiato ormai scaduto, la seconda risulta un puzzle di aree con le più varie destinazioni urbanistiche. Tutto da uniformare e destinare a zona F, ovvero per strutture di interesse pubblico. Le partite sono due, ma almeno nelle intenzioni del Comune la volontà è di giocarle simultaneamente. Si fa l’una e si fa l’altra insieme, nessun rinvio, nessun secondo tempo. Un problema potrebbe sorgere: la procedura - tra Conferenza dei servizi, pubblicazione della proposta, osservazioni, controdeduzioni e approvazione finale rischia di richiedere almeno un anno, per avere quindi la variante a fine 2019. Data prima della quale, quindi, non potrebbe aprire il cantiere della nuova Pediatria in via Giustiniani, opera che si dà per pronta a Natale 2020.
Regione e Università sono già al lavoro per disegnare il nuovo volto della sanità padovana: entro fine 2018, infatti, il cronoprogramma impone di stabilire, almeno per macro temi, cosa dovrà stare nelle strutture di via Giustiniani e cosa invece nel nuovo ospedale a San Lazzaro. Nel primo l’area materno infantile agganciata alla nuova Pediatria, ma anche il pronto soccorso di primo livello e gran parte dell’attività assistenziale. Nel secondo l’alta specializzazione, la ricerca clinica, le chirurgie complesse. Va ricollocata anche l’attività dello Iov che dovrà liberare l’attuale sede dell’ex Busonera in via Gattamelata.
I primi sei mesi del 2019 saranno dedicati a tutti i passaggi per arrivare alla Conferenze dei servizi per l’approvazione della proposta di Accordo di programma e della variante urbanistica. Ed è fissata a maggio 2020 la sottoscrizione dell’Accordo che dovrà portare nel giro di un anno, maggio 2021, al concorso per la progettazione del nuovo ospedale sulle due sedi. Un periodo fitto di insidie, non fosse altro che la primavera del 2020 sarà anche tempo di elezioni in Regione: lo stallo politico è pressoché assicurato. Ben che vada lavori non prima del 2022. E qui si infrange la previsione che a inizio agosto aveva azzardato il governatore del Veneto Luca Zaia che annunciava per il 2021 l’apertura del cantiere. Era estate. L’autunno, ormai, raccomanda di vestirsi di abiti più prudenti. —
Riproduzione riservata © Il Mattino di Padova