Nuovo ospedale di Padova, nel progetto definitivo palestra, asilo nido e spazi ricreativi
Il dg Dal Ben: «Spazi per conciliare i tempi di vita e lavoro». In corso riunioni di simulazione per la gestione delle sale operatorie

Non solo tecnologia avanzata e grande spazio alla ricerca, ma anche un occhio di riguardo per il benessere dei lavoratori, trovando degli spazi di vita che rendano più leggero il lavoro quotidiano.
È questa una delle novità previste all’interno del nuovo ospedale a San Lazzaro, struttura per cui proprio in questi giorni si stanno definendo gli ultimi aggiustamenti progettuali.
Nelle pieghe delle centinaia di tavole in arrivo da Politecnica, incaricata di dare struttura alla sanità del futuro, l’Azienda Ospedale Università ha voluto anche questo. «Abbiamo chiesto spazi per il welfare aziendale» conferma il direttore generale di via Giustiniani Giuseppe Dal Ben «con una palestra, degli spazi di ritrovo e un asilo nido. Questo in modo che i dipendenti possano godere di un ambiente di lavoro migliore. Proprio per favorire un incontro positivo tra vita e lavoro stiamo pensando alla realizzazione di un nido aziendale».
Il progetto
Le novità introdotte nella progettazione definitiva non comporteranno modifiche sul fronte delle facciate esterne. Tuttavia, l’innalzamento degli argini del Piovego, ha consentito di rinunciare alla “collinetta” su cui sarebbe dovuto sorgere il nuovo ospedale per evitare il rischio – seppur minimo – di allagamenti. Al di la del risparmio economico, si tratta di una soluzione che dà la possibilità di razionalizzare la logistica.
«All’esterno non sono previste modifiche» conferma Dal Ben «tuttavia, con l’abbassamento al piano di campagna abbiamo rivisto lo spazio per carico-scarico merci, lavanderia, cucine, guadagnando in razionalità dal punto di vista organizzativo».
Con l’arrivo delle tavole relative alla progettazione prendono corpo «con puntualità» tutti gli ambiti, dalle degenze alle sale operatorie, chirurgia, torre della ricerca e parcheggio. In particolare, vengono valutati layout e percorsi: le riunioni in corso, infatti, comprendono una serie di simulazioni, ad esempio per quanto riguarda le sale operatorie con i macchinari necessari anche in vista della multidisciplinarità: «Mano a mano che arrivano le tavole vengono validate dal nostro gruppo di lavoro interno» prosegue il direttore generale dell’Azienda «l’obiettivo è arrivare a produrre entro aprile una data per la Conferenza dei servizi che dovrebbe tenersi quindi a giugno con il via alle osservazioni da parte di tutti gli entri coinvolti».
Sostenibilità a tutto tondo
Il nuovo ospedale a Padova Est dovrà essere sostenibile dal punto di vista ambientale – a partire dall’approvvigionamento energetico –, del trasporto, ovvero facilmente accessibile sia dalla città che da fuori – «tema che viaggia parallelo alla realizzazione delle infrastrutture, a partire dal tram» –, fino a quella economica: «La strada intrapresa è quella del finanziamento da parte dell’Inail» conferma Dal Ben «il dialogo è avviato e la Regione si sta facendo carico degli incontri per affinare le linee secondo cui procedere. Si parla di un importo da finanziare di circa 820 milioni». Risorse che andranno a sommarsi ai 260 milioni già a disposizione dell’Azienda nell’ambito delle risorse previste a suo tempo dalla Regione.
L’obiettivo di via Giustiniani è di arrivare, entro l’estate, con il progetto definitivo approvato per consentire di affidare i lavori: «A quel punto sapremo come procedere» conclude il manager «ad esempio, l’Inail potrebbe decidere di arrangiarsi e procedere direttamente con il bando di gara». Sul fronte economico, il finanziamento da parte dell’Inail si è rivelato il più sostenibile poiché consentirà all’Azienda Ospedale Università di cominciare a ripagare l’opera una volta entrato in funzione il nuovo ospedale.
Ad oggi, il costo per la struttura di San Lazzaro ha una previsione di spesa di quasi 871 milioni di euro, di cui 596.646.305 di lavori e 108.819.000 per arredi e attrezzature.
Com’è noto, il nuovo ospedale sarà composto da una torre per la ricerca, una piastra ambulatoriale, una per le degenze, una ad alta intensità di cura e un parcheggio su un’area complessiva di 40 ettari con una superficie di circa 212 mila metri quadri per 963 posti letto.
La volontà è quella di arrivare a posare la prima pietra nel 2026.
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