"Obbligati a mangiare ciò che non ci piace"
Le contestazioni di bambini e genitori: è sparita la bresaola dai piatti e la frutta non è più biologica

PADOVA. «Sono cambiante troppe cose e non siamo per niente contenti. Il piatto unico è una imposizione e obbliga tutti i bambini a mangiare quello e solo quello. Non c'è alternativa. Il fronte degli scontenti? Fino ad ora non ho sentito nessun genitore favorevole». Rosella Piovesan è una delle mamme che sta seguendo passo-passo il cambiamento nelle mense. «A causa della riduzione del personale i pasti non vengono più serviti entro 45 minuti, ma entro 120. La merenda che mangiano al mattino viene addirittura consegnata il giorno prima. La carne ora potrà essere di animale adulto, mentre prima erano solo animali entro i 24 mesi. E' sparita la bresaola, il contorno è uno soltanto e la frutta non è più biologica. L'olio extravergine è di qualità leggermente inferiore e la scelta dei formaggi è molto ridotta. In tutta questa situazione, non ci sono state date alternative».
Attualmente i bambini a scuola fanno due pasti: alle 10.15 c'è la merenda, con frutta, torta di pasticceria o latte e biscotti. Poi dalle 12 alle 13 c'è il pranzo. «I dati nazionali parlano del 25% di obesi e del 30% in sovrappeso _ dice Silvia Schiavon, dietista in servizio a palazzo Moroni _ quindi sono convinta che il piano studiato metta al primo posto la salute dei bambini. Teniamo conto che tutti, prima di venire a scuola, dovrebbero fare una ricca colazione a casa». «Ai genitori che protestano perché abbiamo cambiato olio extravergine contestandone la qualità, voglio chiedere in che olio vengono preparate le patatine fritte che danno ai loro figli _ dice l'assessore Piron _ Inoltre non bisogna dimenticare che ogni bambino ci costa mediamente 1.041 euro ogni anno. Di questi 505 euro li mettono le famiglie ma 536 li mette il Comune. Il nostro sforzo per dare questo servizio è notevole. Ma io come amministratore devo dare risposte anche agli altri cittadini, che non hanno figli a scuola».
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