Ogni anno 470 padovane colpite dal cancro al seno

Il tumore al seno colpisce una donna su 8 nell’arco della vita. È il tumore più frequente tra le padovane, gli ultimi dati raccolti dal Registro tumori del Veneto parlano di 470 casi registrati nell’arco di un anno tra le residenti dell’Usl 16. Per sconfiggerlo è fondamentale la prevenzione: il mese di ottobre si colora così di rosa per l’appuntamento promosso dalla Lega Italiana per la lotta contro i tumori (Lilt) per fronteggiare il cancro al seno. La campagna Nastro Rosa, giunta alla sua XXIV° edizione, mette in campo una serie di iniziative al fine di sensibilizzare un numero crescente di donne sull’importanza della prevenzione per sconfiggere definitivamente il cancro al seno. Per tutto il mese la Lilt allestirà dunque punti di prevenzione in cui è possibile sottoporsi a una visita senologica gratuita e consultare specialisti (per conoscere tutti gli appuntamenti, consultare il profilo Facebook di Lilt Padova).
E giovedì sera l’appuntamento è al Teatro Verdi con il concerto di “New Bluespiritual”, formazione musicale bassanese diretta dal maestro Diego Brunelli. Il ricavato sarà destinato all’acquisto di un nuovo impianto mammografico digitale con tomosintesi, che entrerà in funzione negli ambulatori padovani dell’associazione. Testimonial della serata, la showgirl Elisabetta Gregoraci. «Fare prevenzione e seguire uno stile di vita sano è fondamentale», spiega il dottor Alberto Marchet della Clinica chirurgica 1 dell’Azienda ospedaliera e responsabile sanitario di Lilt Padova, «La mammografia è il metodo più efficace per arrivare alla diagnosi precoce, in Italia gli esami di screening vengono proposti dai 50 anni in poi. Le donne che hanno avuto una madre o una sorella malata, con familiarità o una predisposizione genetica, è bene che si controllino dai trent’anni con visite senologiche e dai quarant’anni con esami strumentali. Gli stili di vita da adottare sono quelli della buona salute. No agli eccessi di peso. È consigliata la dieta mediterranea, ricca di frutta e verdura. Consumare troppa carne predispone all’insorgenza del cancro». E sulla diffusione delle cure alternative: «Purtroppo capita sempre di più che ci si affidi a terapie alternative proposte da persone poco qualificate», spiega il dottor Marchet, «Questi individui, che spesso hanno un tornaconto economico, indirizzano verso trattamenti inefficaci o addirittura pericolosi. Bisogna fare molta attenzione e rivolgersi sempre a centri di cura specializzati. La chemio è un trattamento debilitante, ma a volte è l'unica via da percorrere per guarire dal cancro. Non è una strada senza ritorno: la chemio, come tutti gli altri trattamenti contro il cancro, ha un inizio e una fine». L’Istituto oncologico veneto di Padova è un centro di eccellenza per la cura del cancro al seno: qui vengono seguite 700 nuove pazienti all’anno e gli interventi chirurgici sono oltre 1.200. Dietro a numeri così importanti c’è il chirurgo Fernando Bozza, direttore dell’Unità Operativa Breast Unit, che ha salvato migliaia di donne. «Nella maggior parte dei casi il tumore al seno è trattabile», assicura, «La sopravvivenza è buona, si avvicina al cento per cento. La chirurgia, rispetto a 40 anni fa, ha fatto passi da gigante: all’inizio si eliminava completamente la mammella, i muscoli e tutte le ghiandole dell’ascella. Oggi gli interventi sono sempre meno invasivi, il lato estetico si affianca a quello curativo, e se siamo costretti a togliere la mammella, la ricostruiamo immediatamente». Il lato emotivo non manca. «Una diagnosi di tumore è un dramma», aggiunge Bozza, «è fondamentale ragionare con la paziente per arrivare ad una soluzione che la renda felice. A questo proposito voglio ricordare le parole di Papa Francesco, “non fatevi mai rubare la speranza”. E’ un messaggio che rivolgo non solo alle mie pazienti, ma a tutti noi».
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