Omicidio stradale della compagna, in aula il consulente sul caso Rebellin
Giulio Stoppa deve rispondere anche di procurato aborto: ci sarà il confronto fra gli esperti

La resa dei conti arriva prima o poi sul piano penale. E così è stato per Giulio Stoppa, 28enne residente a Fossalta di Trebaseleghe che, il prossimo aprile, sarà giudicato con rito abbreviato – rito che prevede lo sconto di un terzo della pena in caso di condanna – per i reati di omicidio stradale aggravato dal mancato rispetto del limite di velocità e di procurato aborto.
E non per la morte di uno sconosciuto incrociato per sfortuna nella propria vita in un giorno e a un’ora sbagliati, ma per quella della propria amata compagna che portava in grembo da cinque mesi la figlioletta Amelie, tanto desiderata da entrambi.
Una compagna seduta nell’auto sul sedile accanto al conducente durante una spensierata domenica di Pasqua. La giustizia va avanti per chiudere la vicenda processuale, nonostante per l’imputato il dolore resterà probabilmente insanabile.
Il gup padovano Maria Luisa Materia ha ammesso al rito alternativo il 28enne, dipendente di un’impresa edile a Borgoricco, condizionandolo al confronto in aula tra i consulenti tecnici di parte, il perito Claudio Coral – il tecnico che, per conto della procura di Vicenza, ricostruì l’incidente costato la vita al campione di ciclismo Davide Rebellin – nominato dalla pm padovana Claudia Brunino, titolare dell’inchiesta, e l’ingegnere Marco Pulliero, indicato dalla difesa (il penalista Cesare Vanzetti e l’avvocato Sandro Silvestri). In aula nessuna parte civile costituita. E assente, anche ieri, Stoppa che ha avuto bisogno di cure mediche per poter affrontare quella doppia tragedia familiare destinata a sconvolgere del tutto la sua esistenza, cancellando d’un colpo i progetti di una vita futura.
È il 31 marzo scorso, una domenica di sole. Giulio e la compagna Valentina Urli, 32enne originaria di Noglareda di Tarcento (Udine), per tutti semplicemente Tyna, sono diretti ad Adria (Rovigo) dai genitori di lui per il pranzo pasquale.
Nella zona industriale di Padova, in corso Stati Uniti, l’uomo è appena uscito dalla rotatoria e s’è immesso lungo il rettilineo, quando perde il controllo del veicolo e sbanda finendo la corsa prima contro il guardrail e poi, di rimbalzo, su un platano dove la Bmw si accartoccia. Giulio si ritrova sbalzato fuori dall’abitacolo con una profonda ferita alla testa. Si rende subito conto dell’accaduto e cerca di aprire la portiera sul lato passeggero per soccorrere Valentina che è rimasta incastrata fra le lamiere.
Nel frattempo arriva l’ambulanza del Suem e la donna viene trasferita in ospedale dove è attaccata alle macchine per sopravvivere. È gravissima. Un giorno e mezzo più tardi il cuore della bimba smette di battere. E la notte tra il 3 e il 4 aprile successivi pure per Tyna finisce ogni speranza, del resto era stata dichiarata cerebralmente deceduta già l’1 aprile.
Secondo quanto emerso dagli accertamenti, il guidatore avrebbe proceduto a una velocità eccessiva tanto da provocare il ribaltamento dell’auto all’uscita della rotatoria. E questo sarà uno dei punti centrali della discussione fra gli esperti, richiesta alla difesa.
Il consulente della procura Coral avrebbe rilevato la responsabilità del conducente nell’esito dell’incidente imputandola, appunto, a una guida non adeguata a quanto previsto dalle regole del codice della strada. Per l’11 maggio la coppia aveva programmato le nozze.
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