Onda Palace, un progetto per rinascere «Polo con uffici, banche e un ristorante»

L’investimento di Agostino Candeo con il via libera del Comune. Bressa: «Rigenerazione senza consumo di suolo»
Luca Preziusi
TOME' - AGENZIA BIANCHI - PADOVA- VISITA ALL'ONDA PALACE. CANDEO (GIACCA BLU) FABRIS, BRESSA
TOME' - AGENZIA BIANCHI - PADOVA- VISITA ALL'ONDA PALACE. CANDEO (GIACCA BLU) FABRIS, BRESSA

Un nuovo polo con uffici di ultima generazione, showroom per aziende (anche immobiliari), studi finanziari e la chicca di un ristorante panoramico con vista sui Colli Euganei. Dopo anni di abbandono torna a rivivere l’ex Onda Palace, il grattacielo in zona industriale, un incubo per gli occhi di chiunque lo incroci mentre percorre la tangenziale est e più conosciuto come “ecomostro”. Sarà completamente restaurato all’esterno e completato all’interno con locali di classe energetica A: entro un anno sarà pronto per ospitare decine di attività professionali. Tutto questo grazie ad un investimento di quasi 5 milioni di euro, messi sul piatto dall’imprenditore Agostino Candeo, che a maggio si è aggiudicato l’immobile all’asta (la sua era l’unica offerta) e che ieri ha presentato il progetto di riqualificazione.

UNO SCHELETRO DI CEMENTO

Oggi, tra via Panama e corso Spagna, di fronte ad Interporto, c’è uno scheletro di cemento con gli esterni quasi ultimati ma imbruttiti dall’incuria e gli interni al grezzo e lasciati al completo degrado. L’obiettivo di Candeo è quello di realizzare un moderno polo di uffici, caratterizzato da una nuova veste bronzata di ottone per l’esterno, già progettata dall’architetto Nicola Fabris. Il palazzone è in una posizione strategica, a ridosso del casello di Padova Est, perfetto per ospitare uffici direzionali, sale riunioni, spazi di coworking e sale dedicate alla meeting industry. Tra questi ci sarà il quartier generale del gruppo “L’Arte di abitare Servizi immobiliari”, il franchising immobiliare che fa capo proprio a Candeo e alla sua Industrie Edili, con il socio Romano Alberto Pedrina. È previsto anche un grande spazio espositivo, all’interno del quale verranno ricreati appartamenti campione e spazi abitativi reali, per consentire ai potenziali acquirenti di poter toccare con mano materiali, finiture e arredi di design.

LA FUTURA RIGENERAZIONE

«Abbiamo raggiunto importanti obiettivi nel settore residenziale ed ora il gruppo sta avviando una politica di differenziazione del prodotto, approcciandosi ad interventi diversificati come quello dell’Onda Palace. Abbiamo allo studio anche una serie di format innovativi che toccano settori di vario genere: dallo student housing al senior housing, ovvero case di riposo ed Rsa di nuova generazione e presto daremo maggiori informazioni sugli interventi più interessanti. Qui vogliamo concludere tutto entro un anno esatto da oggi». Nel progetto è previsto anche l’approdo di una banca, di molti professionisti che già lavorano con Candeo e di un ristorante di lusso all’ultimo piano panoramico («da quel posto si vede un tramonto fantastico che finisce dietro il Colli Euganei», evidenzia).

«È una notizia importante, perché è una vera e propria ferita della città che si rimargina. Finalmente quello che ormai era un simbolo negativo si trasforma e un’altra volta si mostra una Padova che cambia in meglio – osserva l’assessore all’edilizia privata Antonio Bressa – Questo edificio sarà esempio positivo degli obiettivi che perseguiamo come amministrazione: la riqualificazione dell’esistente senza consumo di suolo».

LA STORIA DEL PALAZZO

Nel progetto del 2006 l’Onda Palace avrebbe dovuto ospitare gli uffici di rappresentanza di Interporto (allora guidato dal sindaco Sergio Giordani), oltre a locali da affittare a ditte e aziende. Tutto si blocca però nel 2009, quando dopo un investimento da quasi 20 milioni di euro da parte di Interporto, la ditta vicentina che si stava occupando dei lavori abbandona il cantiere a causa della crisi economica. Nel frattempo subentrano altre società riconducibili a Francesco Manzo, pluripregiudicato sospettato dalla Dda veneta di essere vicino ai clan della camorra, indagato più volte per bancarotta fraudolenta. Il fallimento dell’operazione ha poi rimesso il palazzo nelle mani del tribunale di Padova.



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