L’Opsa di Sarmeola diventa Santuario mariano: un luogo di fede e carità

La chiesa dell'Opera della Provvidenza Sant’Antonio di Sarmeola di Rubano è stata elevata a santuario mariano dedicato a Maria Madre della Provvidenza. Cerimonia con il vescovo Cipolla per segnare l’apertura al territorio e l’attenzione ai più fragili

Cristina Salvato
La cerimonia ufficiale
La cerimonia ufficiale

Profumo di incenso e di profonda fede e devozione hanno riempito l’aria della chiesa dell’Opsa di Sarmeola di Rubano, domenica mattina, 22 dicembre, alla sua elevazione a santuario mariano, dedicato a Maria Madre della Provvidenza.

Una cerimonia celebrata dal vescovo di Padova, monsignor Claudio Cipolla, che a conclusione del Sinodo diocesano ha voluto l’elevazione a santuario della chiesa interna all’Opera della Provvidenza Sant’Antonio come «segno di attenzione verso le persone fragili e vulnerabili e come apertura al territorio».

Un luogo che per decenni è stato chiuso, quasi a nascondere i suoi ospiti “inguaribili”, adesso è proiettato verso l’esterno, anche attraverso l’organizzazione di eventi e iniziative. Un luogo nel quale ogni giorno si respirano la sofferenza, ma anche al fede e la carità.

Luogo giubilare 

L’intero complesso dell’Opsa sarà inoltre un “luogo giubilare” nel Giubileo, che papa Francesco aprirà la notte di Natale e che a livello diocesano inizierà con una solenne celebrazione presieduta dal vescovo Cipolla domenica 29 dicembre, alle 16, con avvio dalla chiesa di Santa Maria in Vanzo e l’arrivo, dopo una processione, alla Cattedrale del duomo.

La celebrazione, animata dal coro della parrocchia di Meggiaro, e con molti ospiti della struttura presenti, ha visto compiersi l’antico rito di dedicazione della chiesa, con l’unzione da parte del vescovo, tramite l’olio benedetto, dell’altare e delle dodici croci poste sulle pareti; seguito dall’aspersione dell’incenso e dall’illuminazione dell’altare e della chiesa.

L’elevazione a santuario è stata ufficializzata dalla lettura del decreto del vescovo da parte del cancelliere vescovile Sara Ruffato.

Hanno presenziato la sindaca di Rubano, Chiara Buson, e i primi cittadini di Limena, Stefano Tonazzo, e di Selvazzano, Claudio Piron, oltre all’assessore Cristina Piva di Padova e al presidente della Camera di Commercio di Padova, Antonio Santocono. Presente anche Renzo Carraretto, sindaco di Casier (Treviso), comunità legata all’Opsa.

Il vescovo

«Perché un santuario all’Opera della Provvidenza Sant’Antonio di Sarmeola? Il motivo principale è che qui sono custoditi, onorati, celebrati e vissuti i sacramenti», ha detto il vescovo all’inizio della sua omelia.

Il sacramento dei fragili, quello dell’umanità e della sua bellezza, impasto di sentimenti, sguardi, parole e gesti.

E quello della storia. «In particolare questo santuario», ha detto ancora monsignor Cipolla, «ci rimanda al “provvedere” del Signore, come fa per gli uccelli del cielo e i pesci del mare, per la vita di tutti i suoi figli e di tutte le sue creature. In questo luogo viene custodita la fede con opere visibili, con azioni e soprattutto con fatti.

L’elevazione di questo spazio a santuario mariano e la liturgia di dedicazione che celebriamo sono il riconoscimento ecclesiale della grazia custodita e offerta a tutta la diocesi. Un riconoscimento che varrà stabilmente per sempre».

«Questo tempio è reso prezioso non solo dalle opere d’arte che lo rendono bello, alcune introdotte recentemente», sono state le parole di don Roberto Ravazzolo, direttore generale dell’Opsa, «ma soprattutto dalle attese, dalla voglia di vivere, dalle amicizie, dalla sofferenza e dalla sempre impegnativa elaborazione del lutto di tante persone che nei 64 anni di vita dell’Opera sono passate tra queste mura, lasciando un po’ di se stessi, trovandovi un’oasi di pace e un luogo di ricarica interiore e non solo. Ora che la nostra chiesa è diventata santuario e l’Opera verrà indicata come luogo giubilare, la nostra storia continuerà ad arricchirsi e ad arricchire, sotto lo sguardo di Maria, madre della provvidenza».

Le motivazioni

Tra le motivazioni che hanno spinto il vescovo a elevare la chiesa dell’Opsa di Sarmeola a santuario diocesano vi è la posizione dell’edificio, progettato – come si legge nei testi del tempo – in una posizione «centrale e dominante» a tutto il complesso architettonico. Inoltre l’Opera della Provvidenza Sant’Antonio è in rapporto continuo, vitale e solidale con la Chiesa diocesana padovana, di cui è «espressione e stimolo» nell’annuncio del Vangelo di Gesù, attraverso la carità verso fratelli e sorelle.

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