Ora è diventata Banca Sviluppo

OSPEDALETTO EUGANEO. Fine ingloriosa della Banca di credito cooperativo Euganea di Ospedaletto Euganeo, posta in liquidazione coatta amministrativa, alla quale il ministero dell’Economia e delle...

OSPEDALETTO EUGANEO. Fine ingloriosa della Banca di credito cooperativo Euganea di Ospedaletto Euganeo, posta in liquidazione coatta amministrativa, alla quale il ministero dell’Economia e delle Finanze ha revocato l’autorizzazione all'attività bancaria. Le attività e le passività dell’istituto sono state acquistate da Banca Sviluppo, la banca del Sistema centrale cooperativo che interviene in caso di banche di credito cooperativo in difficoltà. Sono rimasti in seno alla Bcc Euganea i crediti classificati come sofferenza, che non sono di certo pochi. Ma perché l’Euganea, già Cassa rurale di Ospedaletto Euganeo, fondata con i crismi della mutualità a favore del territorio, si è affossata fino a sparire? Una prima avvisaglia, pur in un settore bancario nazionale che inizia a sbandare, si ha nel bilancio del 2009, approvato l'anno successivo con una perdita di 2,9 milioni di euro. In un secolo di storia non era mai successo di chiudere i conti in rosso. Nel 2012 si registra un’altra perdita importante, 2,2 milioni, l’anno prima era stata di quasi 800 mila euro. A metà 2010, dopo 29 anni, viene spodestato il presidente storico della banca, Francesco Veronese. Riesce nell’impresa la lista capitanata da Giancarlo Seno, ma la sua presidenza dura solo 9 mesi, poi si dimette. Il presidente dall’inizio del 2011 è Fabio Zampierolo, ma nel frattempo ci sono varie ispezioni di Bankitalia che, nell’aprile 2013, scioglie il consiglio di amministrazione e commissaria l’ex Cassa rurale. Cercare le responsabilità non è facile. Lo stesso cda targato Zampierolo aveva accusato la gestione Veronese di un ammanco di almeno 5 milioni di euro. Zampierolo agli emissari dell’organo di vigilanza ha fatto presente che al suo arrivo la situazione era fortemente compromessa, e che lui e il suo staff stavano cercando di risalire la china. La Banca d’Italia, comunque, in questi casi ritiene responsabili gli amministratori degli ultimi 5 anni. Per ora sono stati multati 13 amministratori per 374 mila euro complessivi, tra membri dell'ultimi cda, collegio sindacale e direttore. Il passaggio da Euganea a Sviluppo mantiene i 55 dipendenti nelle sette filiali: Ospedaletto Euganeo, Este, Baone, Arquà Petrarca, Monselice, Tribano e Conselve. In queste settimane i correntisti e i titolari di libretti di deposito sono stati raggiunti da una valanga di raccomandate per regolarizzare i vari rapporti, visto che muta il nome dell’istituto. Le altre filiali della banca spaziano nella province di Cosenza, Potenza, Benevento, Catania, Messina e Palermo. (c.bel.)

Argomenti:banche

Riproduzione riservata © Il Mattino di Padova