Ordine di deportazione per le oche della “ponta”

BOVOLENTA. Se anche le oche della “Ponta”, al pari delle leggendarie antenate del Campidoglio, fossero in grado di mettere in salvo Bovolenta, annunciando con il loro starnazzare l’arrivo della piena del fiume che tante volte ha minacciato il paese, forse avrebbero un destino differente. Invece saranno sfrattate dall’amena penisola affacciata sul fiume perché pare siano invadenti, aggressive, rumorose e, va da sé, anche poco pulite. Nei prossimi giorni inizierà il trasferimento coatto in un’azienda agricola dell’Alta padovana, individuata dal Comune insieme al Servizio veterinario Usl.
Un provvedimento messo nero su bianco con una apposita «ordinanza di trasferimento oche» firmata dal sindaco Anna Pittarello in qualità di responsabile del servizio di Polizia locale e pubblicata all’Albo Pretorio. «Sia i nostri uffici che i carabinieri hanno ricevuto numerose segnalazioni di pericolo» spiega il sindaco mostrando le foto delle oche che girano liberamente per strada, bloccando il traffico.
«Non vedo nulla di curioso» continua «nel garantire la sicurezza e l’incolumità di numerose persone, compresi gli alunni delle scuole adiacenti che transitano a piedi, nonché la prevenzione di rischi per i motociclisti e ciclisti visto il grande numero di animali ormai raggiunto».
Introdotte alla “Ponta” diversi anni fa da un privato, ormai le oche selvatiche sono 25, ma il problema maggiore è che non si limitano a restarsene nel verde e nella quiete della penisola. Quasi tutti i giorni attraversano il canale a nuoto e risalgono l’argine lungo la strada provinciale, occupando a lungo la carreggiata oppure vagando per il centro, fra il traffico. Pare siano tutt’altro che docili e se avvicinate starnazzano minacciose spalancando il grande becco. Gira la voce che abbiano attaccato anche un bambino diretto a scuola.
«La diffusione di detti animali» si legge nell’ordinanza «determina potenziali pericoli per la sicurezza, con rischio di incidenti stradali. Inoltre gli animali selvatici in libertà possono sviluppare episodi di aggressività, lasciano escrementi lungo la carreggiata, causando inconvenienti igienico sanitari, e si riproducono in maniera continua e incontrollata».
Premesso tutto questo, l’unica soluzione è il trasferimento «che avverrà con mezzi idonei, senza nuocere alla salute degli animali», precisa l’ordinanza. Lo sfratto inizierà tra qualche giorno e nell’arco di due settimane le oche saranno portate nell’allevamento.
«Non saranno macellate» assicura Pittarello «l’allevamento è attrezzato per ospitarle ed è stato individuato dai veterinari dell’Usl 6». In paese la notizia ha girato velocemente e suscitato reazioni contrastanti, non senza un pizzico di ilarità e di ironia. C’è chi giudica il provvedimento eccessivo e drastico per degli animali liberi, ma anche chi conferma come le oche godano di eccessiva libertà di movimento in una zona inadeguata come un centro urbano, con strade trafficate e piazze. Sul fatto che sporchino poi, le “prove” sono disseminate sul prato della “Ponta” sull’argine e per strada. «Diciamo che qui è il posto dove danno meno fastidio» racconta Ferruccio Lazzarin, 88 anni, storico residente della “Ponta” «ma quando raggiungono la strada, e lo fanno tutti i giorni, in effetti diventano un problema perché nessuno riesce a controllarle e possono mettere in pericolo anche chi si sposta a piedi o in bicicletta». —
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