Orto botanico, cantiere all'ex Tre Pini: ecco come si trasforma

Cinque zone climatiche diverse, acqua calda termale e serre avveniristiche: lavori conclusi entro la prossima estate

PADOVA. «Un tappeto terrestre srotolato». Questo, secondo i progettisti dovrebbe diventare il nuovo Orto Botanico. I lavori per il suo ampliamento termineranno nell’agosto 2012. A gestire l’appalto (circa 13 milioni di euro) è l’impresa Carron. L’intervento è stato voluto dall’Università, che sull’ex terreno dei Gesuiti ha deciso di realizzare una galleria di cinque serre in vetro e acciaio.

Le strutture saranno lunghe complessivamente 100 metri, alte da un massimo di 18 metri a un minimo di 16 e profonde 30 metri. Riprodurranno le cinque zone climatiche (biomi) del globo. Il tetto sarà ricoperto in etfe, materiale plastico leggero e trasparente. Tanti piccoli cuscinetti d’aria che fungeranno da isolanti termici. È stato realizzato un sistema che attraverso un pozzo estrae acqua calda di origine termale a 300 metri di profondità. Il progettista del nuovo Orto Botanico è l’architetto Giorgio Strappazzon, mentre a seguire il cantiere è l’ingegner Stefano Zilio, direttore tecnico dell’impresa Carron.

Le serre vogliono rappresentare il rapporto tra pianta e ambiente dall’origine dell’uomo sino all’avventura nello spazio. Al termine delle gallerie in vetro e acciaio dovrebbe essere sistemato un pezzo della stazione orbitante «Nodo2» proprio per testimoniare il passaggio delle varie ere. La superficie coperta è di circa 4.500 metri quadri, e l’intenzione sarebbe di riuscire a rendere l’intero impianto autosufficiente dal punto di vista energetico.

E’ invece pronto il nuovo visiting center dell’Orto Botanico. Un altro stralcio del progetto che ha portato alla costruzione di una sala, interamente in vetro, a pochi passi dall’ingresso del patrimonio dell’Unesco, affacciata sul canale Alicorno. Durante gli scavi è stato rinvenuto un approdo per le barche cinquecentesco.

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