Ospedale, lettere minatorie a tre professori di Neuroscienze

Le missive sono state recapitate negli studi di Gallo, Zanchin e Pegoraro in Clinica Neurologica. I messaggi: "vattene, te la farò pagare".
ospedale di padova
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PADOVA. “Vattene. E sia chiaro, questo è l’ultimo avvertimento”. “Ti controllo. So dove vivi, conosco tutti i tuoi spostamenti”. “Sappilo. Te la farò pagare”.

Una sequela di minacce precise, destinate a tre neurologi dell’Azienda Ospedaliera, contenute in tre diverse lettere, scritte pazientemente con il normografo. Le missive sono state recapitate negli studi dei professori associati del dipartimento di Neuroscienze di via Giustiniani: Paolo Gallo, Giorgio Zanchin ed Elena Pegoraro. La vicenda ha avuto inizio nel mese di maggio e sta assumendo, settimana dopo settimana, toni sempre più drammatici: è di pochi giorni fa infatti la denuncia querela contro ignoti presentata da Gallo e Pegoraro alla stazione dei carabinieri di Prato della Valle.

Chi è stato? Perché minacciare tre docenti del dipartimento? Dove vuole arrivare questa persona? Queste sono le domande cui dovrà rispondere la Procura: la denuncia infatti è già stata trasmessa al magistrato di turno affinché avvii un’indagine. Per comprendere i contorni di questa intricata storia, cui fa da sfondo la Clinica neurologica, bisogna riportare il calendario indietro di poco più di un mese, quando i prof si sono ritrovati una strana lettera, ciascuno nella propria cassetta. In un primo momento non ci hanno nemmeno dato troppo peso: effettivamente poteva essere stato un paziente non troppo soddisfatto delle cure ricevute oppure una persona con buon tempo da perdere. Nella loro lunga esperienza di specialisti infatti ne hanno viste (e subite) di cotte e di crude. È quando si sono confidati l’un con l’altro che hanno capito che dietro alle tre lettere (recapitate in rapida successione) non poteva che esserci un unico “disegno” di minacce. Erano tre le lettere, tutte minacciose, tutte scritte con il normografo dalla stessa mano.

Motivo? Nessuno parla, ma nelle corsie dell’unità operativa di via Giustiniani si sibila che tutto affondi le radici nel clima avvelenato che si respira in Clinica. Ecco che quindi, immediata, dopo la segnalazione al Bo e alla direzione sanitaria, è scattata l’indagine interna da parte dei vertici dell’Azienda Ospedaliera, che auspicano il ritorno della quiete in reparto. La pista è solo interna. E per ora è la più probabile. Vecchie ruggini, scaramucce che ora hanno assunto contorni da Codice penale. Che l’impennata del livore sia da attribuire alla riorganizzazione fisica degli spazi della struttura di cui si parla da tempo? Solo l’indagine potrà gettar luce sui “perché”. Michele Pergola, avvocato che assiste il professor Gallo, auspica che l’autore delle missive venga individuato: «La pista c’è», sottolinea, «sarà l’inchiesta della Procura a dare un volto e un nome a chi ha scritto quelle pesanti lettere di minacce». Guardarsi le spalle: in Clinica ormai non è più solo un modo di dire per difendersi dai colleghi. Ma c’è una certezza: l’autore delle lettere sarà individuato.

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